Ascolto sta diventando una parola chiave nei nostri programmi
pastorali. La ritroviamo nei prossimi incontri del CPD e della Caritas.
Credo sia giusto sottolineare l'importanza di questo atteggiamento, soprattutto
in questa epoca del fare. Ascoltare vuol dire essere coscienti di dover
imparare, di non avere la verità in tasca. Ascoltare vuol dire dare
importanza ad un territorio che si muove e che non può essere incasellato
in schemi prefissati. Ascoltare vuol dire essere disposti ad allargare
il cuore e la mente di fronte ai problemi nuovi. Quando sono fondati sull'ascolto,
il giudizio e l'azione - necessari - hanno uno spessore e un'efficacia
molto grandi. Mi chiedo però se questa importanza data all'ascolto
non dovrebbe condurre a valorizzare di più il Risveglio. Il giornale
è infatti uno strumento privilegiato per leggere il territorio,
per cercare di far emergere ciò che è nascosto, per dare
luogo a un dibattito aperto e non dogmatico. Questo richiede un impegno
e un investimento umano. Credo valga la pena pensarci.
beppe scapino