E' sempre la situazione internazionale
a dominare la scena. Gli attacchi di Berlusconi alla Magistratura, infatti,
non contengono dati nuovi, anche se continuano ad essere pericolosi per
la consistenza della nostra democrazia.
LA GUERRA
IN AFGHANISTAN La guerra in Afghanistan sembra
giunta ad una svolta. I Taleban si ritirano sulle montagne, mentre l'Alleanza
del Nord si impadronisce delle principali città del Paese. Una conclusione
forse imprevista per gli stessi americani, che ora temono le conseguenze.
Infatti il fronte contrario al regime dei taleban è costituito da
etnie diverse e ostili fra di loro. Gli USA speravano in questa conclusione,
ma dopo aver preparato un governo che fosse certo di evitare nuove guerre
tribali nel paese asiatico. La gioia nelle città liberate sembra
già mescolarsi a vendette cruente. Intanto nessuna notizia appare
di Bin Laden, che costituisce l'obiettivo a più alto valore simbolico,
ma ancora sfuggente. Non sono neppure noti gli sviluppi ai quali mirano
le strategie belliche americane.
L'ITALIA IN
GUERRA A grande maggioranza il Parlamento
ha votato per l'ingresso dell'Italia in guerra. Un voto che ha visto la
maggioranza compatta, mentre l'Ulivo si è diviso. Il centro sinistra
è ancora alla ricerca di una sua identità. I DS sono fermi
ad una lacerante preparazione del congresso che sceglierà il segretario,
ma che non ha ancora delineato una comune linea politica. I rapporti con
le altre forze dell'Ulivo inoltre sono sempre meno chiari. Tutto questo
indebolisce l'opposizione, almeno in questa fase.
LE INUTILI
MANIFESTAZIONI Dopo il voto al Parlamento si sono
svolte a Roma sabato scorso due manifestazioni. Una, proposta da Giuliano
Ferrara e sponsorizzata da FI, a favore degli USA. L'altra dei NO GLOBAL
contro la guerra. Manifestazioni che hanno detto poco. Tardiva quella delle
destre, strumentale quella dei pacifisti, che per la cronaca ha visto il
maggior numero dei partecipanti. Unico elemento positivo l'assenza di incidenti.
Il dibattito fra le posizioni diverse andrebbe condotto in modi diversi.
Purtroppo l'11 settembre sembra costringere tutti a una sorta di pensiero
unico. Se si criticano gli USA si è marcati di terrorismo. Se si
propongono interventi alternativi alla guerra si rompe l'unità della
democrazia. Ma il pensiero unico è democrazia? Forse dovremmo riprendere
l'articolo di Clinton che sulla Stampa non ha paura di riflessioni autocritiche.
BUSH ALL'ONU L'intervento di Bush all'ONU ha
insistito sulla priorità della lotta al terrorismo, senza ricordare
i passati sostegni americani allo stesso Bin Laden. La risposta non è
stata entusiasta. Annan ha ricordato altri mali del mondo, a cominciare
dalla povertà, contro i quali non si fa quasi nulla. Leader islamici
moderati hanno espresso il timore che le azioni occidentali facciano acuire
i sentimenti antioccidentali esistenti. La situazione era complessa già
prima dell'11 settembre, e non serve demonizzare chi vorrebbe parlarne.