La
scena politica è sempre dominata dagli scenari di guerra. Scenari
ai quali anche l'Italia è ammessa. Questi eventi rischiano
di far passare sotto silenzio polemiche gravi come quelle sulla giustizia.
LA GUERRA La guerra degli Usa
contro i Taleban sembra non raggiungere i risultati previsti. Diversi lo
avevano previsto: la tecnologia ha dei limiti che oggi sono insuperabili.
Forse questo è uno dei motivi per i quali gli Usa, che all'inizio
pretendevano di essere autosufficienti, oggi cercano alleanze ed aiuti.
L'alta tecnologia forse impedisce di perdere una guerra, ma non assicura
la vittoria. L'intervento italiano probabilmente è frutto
sia di una necessità statunitense di coinvolgere il massimo numero
di alleati, sia di un desiderio italiano di sentirsi protagonista.
ITALIA ED EUROPA Il coinvolgimento italiano
è il frutto di una iniziativa che all'inizio doveva coinvolgere
i leader di Gran Bretagna, Francia e Germania. Le proteste italiane - e
forse l'azione del ministro Ruggiero - hanno rimesso in gioco l'Italia.
Ma l'invito all'Italia è stato unito a quello di altri stati europei,
quasi una svalutazione del gesto.
L'ITALIA NEL
MONDO Al di là delle
enfasi di propaganda l'Italia esce da queste vicende con le ossa rotte.
Ha tentato con tutte le sue forze di mostrarsi un alleato affidabile degli
Usa, ma è stata fra le ultime ad essere presa in considerazione.
L'aspetto più grave - che non concerne soltanto l'Italia, ma tutta
l'Europa - riguarda però le vicende dell'incontro a Londra. L'Italia
è stata invitata all'ultimo momento con i piccoli stati europei.
E' un segno che l'unione europea viene sottovalutata. Blair sembra
voler imporre una sua supremazia contro Francia e Germania. E l'Italia
fa da cavalier servente. In questo caso chi perde è l'Europa.
E LA GIUSTIZIA? Gravi accuse, non nuove,
vengono rivolte al sistema giudiziario. In prima fila il premier Berlusconi
che parla di una rivoluzione con mezzi giudiziari contro i politici democratici
ed occidentali. Su questi argomenti i discorsi risultano sempre complicati
e fastidiosi. Però la prima considerazione che va fatta concerne
la fondatezza delle accuse. Berlusconi parla mentre la Corte europea
dei diritti dell'uomo dichiara legittima la condanna di Craxi, suo padrino
politico. La seconda considerazione concerne il diritto di un uomo politico,
sul quale gravano forti sospetti di conflitti di interessi, di svalutare
in modo indiscriminato un potere dello Stato che è autonomo. Infine,
questo ragionamento non porta alla conclusione che non sia possibile criticare
una sentenza giudiziaria. La critica, però, deve contenere argomenti
giuridici e non pregiudizi ideologici e politici. Per questo l'intervento
di Berlusconi è molto grave. Diventa infatti il tentativo di intimidire
un potere autonomo dello Stato. Forse era meglio interrogarsi sulle
motivazioni che hanno condotto alle assoluzioni per il processo di
Marghera. Ma con i tempi che corrono…