ARMENO - In ottobre
la Caritas di Novara ha organizzato una giornata di studio sulla legge
328/2000 per i Centri di Ascolto. Alcuni dei nostri collaboratori
Caritas hanno partecipato e ce ne hanno fatto una sintesi che diffondiamo
in spirito di servizio. E’ importante conoscere la legge 328 e farne oggetto
di comprensione poiché si tratta di confrontarsi con le innovazioni
proposte, e di utilizzare le opportunità di intervento per il mondo
del volontariato.
Ci sono voluti 110
anni perché la vecchia legge Crispi che regolava la materia fosse
superata da un nuovo testo legislativo più consono ai tempi. Ma...
restano dei ma...
A chi fosse interessato
ad approfondire l’argomento suggeriamo il libro “La riforma dell’assistenza
e dei servizi sociali” (Utet 2001) di M.G. Breda - D. Minicucci e F. Santanera.
I tre autori hanno dedicato una buona riflessione sull’altra faccia della
legge 328, che delinea il nuovo assetto del sistema dei servizi sociali
in Italia.
La relazione tenuta
ad Armeno (NO) è stata curata dal dott. Motta.
Parliamo di una legge
quadro che si presenta con caratteristiche innovative su molti aspetti,
tra cui i più importanti sono i seguenti.
1 - Costruzione di
una rete di servizi e prestazioni.
2 - Sistema di servizi
sociali, e non solo socioassistenziali, diretta a tutti i cittadini, definendo
le priorità (fasce deboli) di erogazione e di contribuzione richiesta
per il servizio, in funzione del livello reddituale (redditometro).
3 - Coinvolgimento
di tutti gli attori operanti sul territorio, Enti pubblici, Privati No
profit e non, associazioni di volontariato, ecc. nella programmazione e
gestione del sistema dei servizi (Welfare Mix, sia nella proposta che nella
gestione).
4 - Trasferimento ai
Comuni o Consorzi di Comuni della gestione e titolarità della funzione
di programmazione annuale dei servizi, graduata dalla normativa regionale.
Il finanziamento avverrà in parte con fondi erogati dallo stato
ed in parte con il finanziamento comunale per decisione del sindaco o dei
Consorzi comunali.
Programmazione e piani di realizzazione
I livelli di programmazione
previsti sono:
Piano Nazionale; periodo
di copertura 3 anni; linee generali a cui le Regioni si debbono attenere.
Piano Regionale; periodo
di copertura 3 anni; linee di programmazione abbastanza precise ma con
la possibilità di adattamenti alle situazioni zonali.
Piano Zonale (Comuni
e consorzi di Comuni), periodo di copertura 1 anno; con definizioni precise
dei servizi, dei livelli di precedenza della prestazione in base alle fasce
di bisogno, e modalità di contribuzione richiesta all’utente.
Nello specifico del
2001 le Regioni entro ottobre dovrebbero varare il piano per il prossimo
triennio, mentre i Comuni dovrebbero presentare il piano zonale entro dicembre,
sentendo anche le associazioni presenti sul territorio.
In particolare sono
stati posti in evidenza alcuni articoli della legge, su cui sono stati
fatti i seguenti commenti e sottolineature.
- Il livello di contribuzione
per l’utilizzazione dei vari servizi da parte dell’utente verrà
definito per legge sulla base del Redditometro o Isee, estendendo la esigibilità
fino al 4° grado di parentela (parenti anagrafici + quelli risultanti
sul modello di dichiarazione dei redditi 730) giuridicamente vincolante,
secondo le scelte comunali.
- Nella parte che riguarda
i disabili fisici/psichici con difficoltà di inserimento sociale
è previsto un ampliamento dei servizi per la persona e per la famiglia,
che verranno erogati per tutti gli assistiti con contribuzione differenziata
legata al reddito e con priorità di erogazione con precedenza per
la fascia a reddito più basso.
- E’ sancito il diritto
dei cittadini alla informazione dei servizi resi disponibili con le relative
condizioni di fruizione.
- Nelle tutele viene
garantita la prestazione dei servizi esposti.
- Nelle prestazioni
viene dato un particolare sostegno alla assistenza e all’accompagnamento
domiciliare per anziani non autosufficienti, disabili e loro famiglie.
- E’ previsto il reddito
minimo di inserimento e percorsi di formazione, per le fasce più
in difficoltà, condizionato dall’impegno e partecipazione dei soggetti.
- Concentrazione dei
servizi in una area comune dove l’utente possa svolgere tutte le pratiche
nel minor tempo ed il minor percorso possibile.
I Comuni hanno la facoltà
di procedere alla assegnazione di aiuti tramite agevolazioni tariffarie,
riduzione dell’Ici o finanziamenti a tasso zero (prestito sull’onore) a
famiglie con responsabilità di cura (art. 16, comma 5) per i propri
congiunti o per l’accesso a percorsi formativi particolari.
E’ inoltre possibile
l’emissione da parte del Comune di Buoni/Vouchers per la fruibilità
di servizi presso imprese convenzionate accreditate.
Riordino delle erogazioni
delle prestazioni economiche sociali attraverso un unico ente (Inps) delle
varie forme di invalidità civile, accompagnamenti ecc.
Integrazione Socio
Sanitaria con distribuzione dei costi tra Comune e Stato secondo modalità
definite dalla Regione.
I Comuni/Consorzi di
Comuni, definiti i piani di zona annuali, sentite le associazioni/organizzazioni
di volontariato e i soggetti privati significativi, provvederanno alla
nomina delle aziende accreditate per la fornitura dei servizi, predisponendo
gare di appalto.
Tempi di realizzazione
Il piano Nazionale
dovrebbe essere in fase di imminente emissione. Il piano Regionale con
le modalità per l’approntamento dei piani di Zona da parte dei Comuni
dovrebbe essere pubblicato entro questo mese di ottobre. I Comuni dovrebbero
approntare i piani zonali entro il prossimo dicembre, sentendo le organizzazioni
sul territorio (di difficile realizzazione).
p.m.