Settimana densa di eventi,
quella passata, nel carcere di Ivrea! Purtroppo lo spazio è poco,
e così siamo costretti a parlarne... a rate, mentre ancora attendiamo,
da parte degli Agenti di Polizia Penitenziaria, qualche informazione sul
loro difficile lavoro.
Di quel che è
avvenuto domenica 14 (una partita di calcio con una squadra esterna e uno
spettacolo teatrale presentato dai detenuti) parleremo con calma la settimana
prossima. Oggi, invece, vi raccontiamo della festa che si è svolta
sabato 20 all’interno della Sezione Ristrutturata. Era una festa molto
importante, perché celebrava il “compleanno” del giornalino “L’Alba”,
redatto appunto in questa sezione.
Pensiamo che chi non
frequenta le carceri non possa proprio avere un’idea di cosa significhi
una cosa del genere! E allora... provate ad immaginare delle persone diversissime,
con storie personali drammatiche, con mille problemi quotidiani di ogni
genere, costrette a vivere “insieme, ma ciascuno nella propria cella”,
che, ad un certo punto, ottengono la possibilità di riunirsi, di
confrontarsi, di discutere su come dar vita ad un giornale, e come farlo,
cosa scriverci, come trovare i soldi, ecc. ecc... Quasi miracolosamente
esce un primo numero, un numero 0, una prova...
E poi il gruppo impara
a conoscersi, a superare divergenze e litigi, ad affrontare con coraggio
l’impegno, ad affiatarsi in modo che ognuno possa dare il meglio di sè;
ed esce un altro numero, e poi un altro, e un altro ancora, puntualmente,
ogni mese, fino ad oggi.
Ancora un po’ di fantasia
e provate ad immaginare quante difficoltà sono ogni volta da superare:
innanzitutto, come acquistare computer e stampante? chi ci può fare
un prestito? e, poi, la carta? e il toner? e quando la stampante, poverina,
perde colpi? e se ci pianta in asso proprio quando deve uscire il numero?
ce la faremo? riusciremo a fare in tempo? e quanti soldi ci servono?
Perché, vedete, il giornalino è completamente autogestito,
ognuno ci mette quel poco che può, e il cassiere deve fare e rifare
conti all’infinito; e certe volte si deve passare la notte accanto alla
lentissima stampante, per poi, nei buchi di tempo tra un lavoro e l’altro,
fascicolare il materiale, incollare la copertina, preparare le buste per
la spedizione agli abbonati.
Perché, infatti,
nel frattempo il giornale si diffonde, aumenta il numero dei suoi lettori,
propone un abbonamento per potersi organizzare meglio, e... insomma...
oggi gli abbonati sono esattamente 99!! Vuol dire che 99 persone che vivono
fuori, si sono messe in ascolto di quelle che sono dentro, dialogano con
loro, ne capiscono i problemi e l’umanità. E alcune iniziano anche
una corrispondenza, che personalizza il dialogo e intensifica il rapporto.
E così si arriva
alla festa di compleanno: 12 numeri, una grande scommessa vinta! Vinta
perché il giornale continua, esce puntuale, ha delle cose da dire
e si diffonde; ma vinta anche perché, come dice un redattore, “questo
piccolo giornalino, con i suoi modestissimi numeri, è riuscito a
farci stare insieme...
Impossibile contare
le volte che, soprattutto nel primi mesi, siamo usciti dalle riunioni di
redazione arrabbiatissimi. A turno, tutti abbiamo presentato le dimissioni,
revocate poi per aver compreso che quello che ci unisce è più
grande di quello che ci separa. E’ facile per voi pensare che abbiamo affrontato
e superato delle normalissime difficoltà. Ma... in questo “mondo
parallelo”... il nostro è un risultato eccezionale... I piccoli
numeri di questo giornalino hanno dato grandi risultati all’esterno, fondamentali.
Ne hanno dati di importantissimi all’interno!”.
L’idea della festa
è stata della Redazione, la Direzione ha dato l’assenso, il personale
di Polizia Penitenziaria ha dato disponibilità e tempo, e... gli
inviti sono partiti, in varie direzioni: verso le autorità e il
personale direttivo e di trattamento, verso i volontari e (grande evento!)
verso il primo gruppo di abbonati al giornale, quello della Parrocchia
di Alice Castello.
Hanno scritto i redattori:
“...questa finestrella di libertà è sempre rimasta aperta,
ed il dialogo col mondo, da timido vagito, è diventato qualcosa
di importante. Troppo importante!! Ringraziamo la Provvidenza e tutte le
persone che hanno permesso questo piccolo miracolo... Avremmo voluto invitare
il mondo intero, condividere con esso la nostra gioia, ma questo non è
possibile. E allora il nostro augurio è che le persone e autorità
invitate e autorizzate ad accedere nell’Istituto, ci facciano l’onore di
accettare il nostro invito e condividere con noi un momento che consideriamo
importante”. E il momento, oltre che importante, è stato veramente
molto bello! Eravamo in tanti, dalla vicedirettrice al Comandante, dalle
psicologhe all’educatore; e poi gli operatori della Cooperativa interna
“Il Gabbiano”, il Cappellano, il rappresentante dei Testimoni di Geova,
tanti volontari e un bel gruppo di Alice Castello, felice di conoscere
di persona le tante persone di cui avevano da tempo imparato a conoscere
nomi e pensieri. L’incontro è stato semplice e spontaneo, come tra
persone che si conoscono da tempo: alcuni “discorsini” commoventi dei redattori,
una bella lettera di Oreste Volpato che non aveva potuto venire, un bell’augurio
della Vice-direttrice e... tante buone cose da mangiare, preparate dalle
abili mani dei migliori cuochi della sezione. Abbiamo chiacchierato, abbiamo
cantato, abbiamo visitato i locali della Cooperativa e, insomma, siamo
stati bene insieme, e anche a lungo, grazie alla disponibilità degli
Agenti.
Non ci resta che darvi
alcune informazioni pratiche: “L’Alba” viene stampato in 170 copie, di
cui 99 vengono inviate agli abbonati; quest’anno entrerà in alcune
scuole del circondario, dove sarà oggetto di discussione e strumento
di sensibilizzazione ai problemi sociali e, chissà, anche di prevenzione;
il giornale è autogestito e l’abbonamento si avvia con un versamento
di L. 25.000 sul c/c n. 23966104, con la causale “Gruppo Rinascere” - Carcere
di Ivrea, oppure telefonando a Tino Beiletti, tel. 0125.61.61.05.