L'evento più
importante della situazione politica è il conflitto militare fra
USA e Afghanistan. Un conflitto che non deve impedire le riflessioni su
altri avvenimenti meritevoli di considerazione.
GLI USA E L'ISLAM
NEL MONDO La strategia degli
Usa nella guerra contro il terrorismo è abbastanza chiara.
In primo luogo c'è il tentativo di colpire ogni base afgana che
potrebbe essere un appoggio ai terroristi. In secondo luogo c'è
l'obiettivo di fare terra bruciata intorno ai movimenti terroristici. La
domanda che va fatta però riguarda l'efficacia di tale strategia.
Questa strategia ha un primo presupposto, il terrorismo è un frutto
estraneo al mondo islamico. Ma non è vero. Il mondo islamico ha
sviluppato più di un motivo per esprimere diffidenza verso
l'Occidente. Pertanto certi atti di terrorismo non trovano condanna in
quei paesi. Il secondo presupposto è di coinvolgere nell'azione
americana i governi arabi. Obiettivo possibile, ma bisogna prescindere
dalle popolazioni. Soltanto così spieghiamo i fatti del Pakistan
o della Nigeria. Questa lotta al terrorismo può raggiungere
i suoi obiettivi a breve scadenza, ma poi?…
PREMIO NOBEL Il Premio Nobel per
la pace è stato assegnato all'ONU e al suo segretario Kofi Annan.
Un premio simbolico, senz'altro. Ma anche un premio che vuole indicare
una strada. Le tensioni internazionali rischiano di dover ritrovare
soluzioni estemporanee o legate alla forza. Invece è sempre
più necessario indicare una autorità capace di elevarsi al
di sopra degli interessi nazionali. Se non è l'ONU chi sarà?
ASSISI E IL
CENTRO SINISTRA DIVISO La marcia Perugia -
Assisi ha sottolineato le divisioni nel centro sinistra a proposito dell'intervento
militare. Si tratta di divisioni naturali. Le sinistre hanno sempre tenuto
un atteggiamento ambiguo sugli interventi militari. Mentre le destre assumono
con facilità decisioni di stampo militaristico, il centro sinistra
spesso si divide su questi argomenti. Esiste un pacifismo latente o anche
un interventismo che non si sente innocente. Il vero problema non sta nelle
divisioni di una coalizione. Sta piuttosto nel fatto che queste divisioni
sono troppo spesso occasioni di strappi laceranti.
CIAMPI E SALO' Ancora una volta crediamo
giusto occuparci del Presidente della Repubblica. Domenica, sull'Appennino
bolognese, dopo aver esaltato la Resistenza, ha rivolto il proprio pensiero
ai "ragazzi di Salò", cioè a coloro che hanno aderito alla
Repubblica Sociale Italiana. Intorno a questo argomento credo esistano
diversi approcci. Il primo è quello umanitario. Ma è un approccio
che non può essere limitato ai fascisti di Salò. Chi può
assicurare che fra le BR non ci fossero persone convinte di operare per
la giustizia? Il secondo è quello storico e politico. Da questi
punti di vista il presidente Ciampi difficilmente può essere
difeso. Purtroppo però sono troppi i suoi errori in questa direzione.