IVREA - Nell'atmosfera preoccupata
venutasi a creare con la crisi produttiva e finanziaria degli anni Novanta
- una crisi profonda, rapida e drammatica, immediatamente percepita dalla
città come l'episodio che avrebbe segnato la fine del fortunato
ciclo industriale che ne aveva caratterizzato la storia dell'ultimo secolo
- è maturato in Ivrea il progetto ambizioso di valorizzazione del
ricco patrimonio architettonico moderno cittadino.
Tra il 1997 e il 1998
si è messa a punto una strategia economica e culturale articolata
in diverse iniziative, tra cui il progetto del Museo a cielo aperto dell'architettura
moderna di Ivrea (Maam Ivrea) che si va a inaugurare domani, sabato 29
settembre. Il progetto è stato denominato Officine Culturali ICO,
a esplicitare il legame con il passato industriale, con la concezione olivettiana
del ruolo della fabbrica nella società, ma anche con la possibilità
dello sviluppo culturale. Hanno fornito il loro contributo, oltre al Comune
di Ivrea, la Olivetti, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, l'Università
e il Politecnico di Torino.
Il Museo a cielo aperto
dell'architettura moderna di Ivrea, frammento di questo complesso progetto,
ha avuto inizio nel 1999. Il Maam si sviluppa lungo un percorso di quasi
due chilometri che interessa via Jervis e le aree contigue su cui sorgono
le principali strutture ed edifici legati alla Olivetti. Il progetto architettonico
consiste nella costruzione di sette stazioni tematiche informative, collocate
lungo i percorsi pedonali pubblici in una successione tale da costituire
un possibile itinerario di visita e caratterizzate da una forte integrazione
con il tessuto urbano. Sono state così individuate le sette aree
tematiche: Olivetti e Ivrea; la comunità e le sue politiche sociali;
l'architettura della produzione; il progetto industriale; la pianificazione
territoriale; il prodotto e l'immagine; l'abitazione. Assieme alle stazioni,
è stato allestito un Centro di informazione e di accoglienza, ospitato
all'interno dell'edificio del Centro Servizi Sociali, in cui supporti cartacei,
fotografici, telematici e filmati consentono un approccio rapido e completo
del visitatore ai temi e ai contenuti sviluppati nel percorso.
Per riassumere tutto
in cifre: si sono spesi due miliardi di lire, realizzati quattro chilometri
tra marciapiedi e percorsi pedonali, collocate le sette stazioni informative
di cui si è detto - sono pannelli metallici illuminati - e allestito
il punto di accoglienza dei turisti. Il percorso unisce una serie di edifici
dislocati all'interno del territorio urbano eporediese; la peculiarità
dei diversi edifici e la loro storia sono spiegate, con semplicità,
sui grandi pannelli metallici.
Il Maam ha un carattere
di istituzione innovativa, che lo rende affine ad alcune esperienze museali
attive in varie parti d'Europa e negli Stati Uniti e contraddistinte da
un rapporto interattivo tra istituzione e territorio. Attraverso l'opera
di catalogazione degli edifici, il museo ha offerto materiali documentari
per una completa e approfondita analisi di settore, utilizzabile anche
nella redazione del nuovo Piano Regolatore. L'ideazione del museo è
stata inoltre un'occasione per progettare, nelle parti di città
interessate, la riqualificazione degli ambiti urbani in cui sorgono gli
edifici storici, per ridisegnare i percorsi pedonali e l'illuminazione
pubblica, per riordinare le aree verdi, per moderare la presenza della
segnaletica stradale e pubblicitaria.
In un futuro non lontano
il museo sarà inoltre il nucleo centrale di un Sistema Generale
dei Beni Culturali di Ivrea il cui obiettivo è la creazione di sinergie
con il museo civico "Pier Alessandro Garda e del Canavese" ed altri monumenti
eporediesi, per una loro maggiore valorizzazione e fruizione.