IVREA - In momenti tanto drammatici, anche i partecipanti alla Tre Giorni diocesana hanno ritenuto opportuno esprimersi su quanto sta accadendo nel mondo. Lo hanno fatto sottoscrivendo il documento che qui proponiamo.
I partecipanti alla
Tre Giorni Pastorale Diocesana, riuniti con il Vescovo in ascolto della
Parola di Dio e della realtà del mondo, mentre partecipano al lutto
per le vittime degli attentati terroristici dell’11 settembre negli Usa
e al dolore dei familiari e di tutto il popolo americano, condividono le
angosce e le speranze del mondo, in particolare dei popoli direttamente
coinvolti e minacciati dall’odio, dal terrorismo e dalla guerra.
Già troppe volte
nella storia si è fatto ricorso alla guerra per i fini più
disparati, troppe volte alla violenza si è risposto con altra violenza,
all’odio con altro odio, in circoli viziosi che sono sempre più
distruttivi quanto più sono potenti le armi prodotte dagli uomini.
Fiduciosi in Dio, Padre
di tutti, ascoltatori e discepoli di Gesù Cristo, unico Salvatore
che ha insegnato ad amare sempre, anche i nemici, siamo convinti che anche
in questa occasione si debba credere nella forza dell’amore.
Mentre è giusto
perseguire i colpevoli di crimini tanto efferati e far crollare i piani
dei volenti, chiediamo ai governanti di non cedere alla logica perversa
delle vendette e della rappresaglia, bensì, con il Papa Giovanni
Paolo II, riteniamo che “questioni controverse debbano essere risolte con
i mezzi pacifici della trattativa e del dialogo”.
Esortati dalle parole
di San Paolo, ascoltate oggi nell’Eucarestia: preghiamo “per tutti quelli
che hanno autorità, affinché si possa vivere una vita tranquilla,
in pace... alzando verso il cielo mani pure, senza collera e rancore”.
L’Occidente, che oggi
si sente gravemente colpito, faccia riferimento al suo patrimonio culturale
cristiano, per dare testimonianza della volontà di costruire un
mondo migliore, un mondo che somigli al Regno di Dio proclamato da Gesù
Cristo due millenni fa.
I singoli cristiani
e le Chiese contribuiscano a far crescere la cultura della pace e della
nonviolenza, si impegnino a vivere secondo il Vangelo, siano operatori
di pace, testimonino con le parole e la vita i valori della giustizia,
del rispetto della vita e dei diritti di ogni essere vivente.
“Certamente non edifica
cogliere sulle labbra dei credenti nel Cristo Crocifisso e Risorto espressioni
tendenti alla vendetta piuttosto che al perdono, atteggiamenti più
inclini all’odio piuttosto che alla riconciliazione”. (Consiglio Nazionale
di Pax Christi 18-9-01).
Si analizzino e si
rimuovano le cause, diffuse in tutte le civiltà, dell’odio, dell’intolleranza,
delle guerre. “Siamo convinti che compiere scelte efficaci per stabilire
nuove regole nella direzione di un’economia di giustizia, sarà determinante
per arginare gli atti terroristici che non hanno giustificazione, ma che
possono trovare terreno fertile nella collera dei poveri”.
Ci uniamo ai credenti
di ogni espressione religiosa nel chiedere a Dio Eterno e Misericordioso,
di perdonare i suoi figli per il male che hanno commesso e di invocare
il suo aiuto nella costruzione di una umanità fraterna, in pace.
Ivrea, 23 settembre 2001.