IVREA - La città
si scopre multietnica, multiculturale. Almeno per una settimana, quella
che va da lunedì 24 a sabato 29 settembre. Una settimana per parlare
di immigrazione, per far incontrare culture diverse, per guardarsi negli
occhi. E la scelta di palazzo civico, come sede della manifestazione, non
è casuale. "Significa che il comune davvero vuole essere la casa
di tutti", ha spiegato l'assessore Salvatore Rao in sede presentazione
dell'iniziativa.
A proporre la manifestazione,
e anche questo è un fatto nuovo e importante, sono il Comune e la
Consulta per l'immigrazione, e insieme a loro anche l'Associazione multietnica
degli immigrati di Ivrea e Canavese e El Mahjar, associazione di marocchini
di Ivrea e Canavese. "E' la prima volta - ha aggiunto Armando Michelizza,
presidente della Consulta - che un'iniziativa di questo genere è
organizzata direttamente dalle associazioni di immigrati: un passo avanti
davvero notevole".
L'assessore Rao ha
anche snocciolato qualche dato sulla presenza degli immigrati a Ivrea:
in città risiedono 360 persone straniere, un terzo di queste sono
di origine marocchina. L'altra comunità "in ascesa" è quella
romena, che si sta ampliando in questi ultimi anni.
Kharim Er Rabbaa, presidente
della neonata associazione El Mahjar, ha fatto notare come "le problematiche
dell'immigrazione oggi sono rispetto a quelle di anche solo dieci anni
fa. Per noi è stato importante aderire a questa iniziativa, che
aiuta a rafforzare il dialogo e i contatti culturali, essenziali se si
vuole arrivare a una integrazione nella comunità cittadina”.
Della sua stessa opinione
Daniel Agbo Ahoussi, presidente dell'Associazione immigrati e vicepresidente
della Consulta comunale. "Questa - ha spiegato - è una grande occasione
per far crescere la collaborazione con gli enti locali, e per poter vedere
l'immigrazione sotto una luce diversa, come fenomeno che apporta cultura".
Tutto questo, si spera,
è quanto verrà trasmesso attraverso gli incontri, la musica,
il dibattito. Attraverso la presentazione della ricerca della cooperativa
Vedogiovane di Borgomanero, i cui soci hanno chiesto a un campione di immigrati
come vedono l'Italia e gli italiani: e ne è venuto fuori un bel
campionario di domande senza risposte e di paure (perché non siamo
solo noi a temere il "diverso"…). O, ancora, grazie alle testimonianze
di personaggi di rango, come il console del Marocco Hafid Ben Chamssi,
lo scrittore Mbacke Gadij e la mediatrice culturale, consulente del ministero
della Giustizia, Sued Benkhedim. O si troverà nei piatti tipici
di altre terre, o infine nelle sonorità affascinanti del Marocco
e della Costa d'Avorio.
E' un'offerta ricca,
un'offerta generosa: si tratta unicamente di accettarla, e dire grazie.