Gli avvenimenti terroristici
dei quali sono stati vittima gli USA hanno monopolizzato l'attenzione dei
politici e dell'informazione. Nel frattempo però la vita politica
è proseguita con decisioni importanti.
L'OCCIDENTE RITROVATO? L'attacco agli USA sembra aver ricompattato l'Occidente
intorno al paese guida. E' una reazione naturale, ma potrebbe essere pericolosa.
La solidarietà al paese colpito e alle vittime innocenti e la condanna
dei terroristi non giustificano la perdita del senso critico. L'atteggiamento
manicheo non aiuta né a colpire i colpevoli (si spara nel
mucchio), né a risolvere i problemi (le rappresaglie hanno spesso
allargato le basi sociali di reclutamento dei terroristi). Gli USA e i
paesi occidentali devono capire di far parte di un mondo, e non di essere
il mondo. Se non si rafforza l'ONU e si continua a essere parte in causa
e contemporaneamente giudici le tensioni sono destinate a crescere.
IL GOVERNO ITALIANO Il governo italiano oscilla un po' fra il protagonismo
di Berlusconi e l'esperienza del ministro Ruggiero. Il ministro degli
esteri infatti insiste nella linea del coinvolgimento del maggior numero
di paesi e dell'ONU, e dell'esclusione di ogni guerra di civiltà.
Evidentemente gli anni vissuti all'ONU gli permettono di superare un provincialismo
diffuso fra i politici italiani. Il problema che andrà affrontato
è quello della guerra e della partecipazione italiana. Credo comunque
che, purtroppo, vi saranno ancora occasioni per parlare di questi temi.
LEGGE FINI BOSSI SULL'IMMIGRAZIONE Con polemiche, anche entro la maggioranza, sono state
approntate le norme che regolano l'immigrazione. I più importanti
ispiratori sono Fini e Bossi. Si tratta di norme restrittive, criticabili
da diversi punti di vista. In primo luogo da un punto di vista umano. L'immigrato
è unicamente forza lavoro, fattore di produzione, non persona. Basta
vedere i limiti ai ricongiungimenti con i famigliari. Poi da un punto di
vista giuridico. Ad esempio quando si autorizzano azioni fuori dalle acque
territoriali. Quindi da un punto di vista di efficacia. Le norme contro
i clandestini rischiano di penalizzare l'immigrazione debole, non certo
quella mafiosa e organizzata. E' una legge che rischia di essere un invito
all'intolleranza. E' strano, ma non troppo, che mentre si criminalizzano
i critici della globalizzazione economica e finanziaria, si giunga a leggi
antiglobali per le persone.
UN REFERENDUM COSTITUZIONALE Quasi sotto silenzio si avvicina la data del 7 ottobre
quando saremo invitati al referendum per approvare o meno la modifica alla
Costituzione sul tema del federalismo realizzata dal governo dell'Ulivo.
E' un atto dovuto, ma la maggioranza lo sta boicottando. Il voto che aveva
approvato la modifica non aveva raggiunto i due terzi dei votanti. Per
questo è necessario il referendum. Sarebbe però necessario
poter conoscere i termini della questione. Impedirlo significa essere scarsamente
democratici.