GRESSONEY ST. JEAN -
Secondo l'ormai tradizionale appuntamento con la festa di fine estate
che si tiene a conclusione dell'ultimo campo diocesano, anche quest'anno
le famiglie con i ragazzi, gli animatori e gli amici sono stati invitati
a salire alla Casa Alpina "Gino Pistoni" per una domenica di festa; ma
questa volta per dare risalto al vero evento dell'anno, quello del Cinquantesimo
di fondazione della Casa. Domenica 9 settembre, infatti, si è svolto
il momento più importante delle celebrazioni con la festa: "Buon
compleanno GP".
Al mattino il prof.
Riccardo Poletto ha presentato ad un pubblico attentissimo il frutto della
sua ricerca storica sulla Casa alpina, che va dall'intuizione e dall'acquisto
fino ai giorni nostri. Ricordi, testimonianze, personaggi e avvenimenti
che Poletto ha raccolto per la stesura di un libro, prossimo alla pubblicazione
e corredato da un ricco repertorio fotografico fornito da Giovanni Torra.
L'interessante conversazione
di Poletto ha trovato riscontro nella testimonianza di chi aveva vissuto
l'entusiasmo della fondazione e le prime stagioni della Casa Alpina e ci
ha fatto il regalo di partecipare alla ricorrenza. Entrambi i vescovi,
mons. Bettazzi e mons. Miglio, sono intervenuti alla manifestazione. Ed
è stato proprio mons. Miglio che all'inizio della messa solenne
di ringraziamento ha sintetizzato lo spirito della giornata: "oggi è
una giornata di gratitudine, di ricordo, di memoria e di speranza". La
presenza dei nostri vescovi ha valorizzato il servizio che la Casa offre
ai giovani della diocesi ed incoraggia l'impegno nello spirito di corresponsabilità.
Il suggestivo offertorio
iniziale composto da 10 ceri accesi disposti sulla mensa eucaristica intorno
ad un cero più grande, è stato il gesto con cui i ragazzi
hanno voluto ricordare don Ernesto Tapparo insieme ai fondatori della Casa
e tutti i giovani amici saliti alla Casa e scomparsi prematuramente in
questi anni, in particolare sono stati menzionati i fratelli di Cerone
Simone ed Eleonora Bertolino e Simone Coco di Castellamonte.
Accanto alla memoria
per le vicende e le persone che costituiscono la storia vivente
della Casa Alpina, la ricorrenza del cinquantesimo è stata l'occasione
per ringraziare Dio dei suoi doni, per riflettere insieme sul cammino fatto
finora e per rilanciare la Casa nei suo servizio secondo le molteplici
esigenze di oggi.
Per l'occasione era
esposta in cappella la teca contenente il telo su cui Gino Pistoni aveva
scritto con il sangue il suo testamento spirituale. La presenza della famiglia
ha ancora una volta unito più strettamente il suo ricordo e il suo
sacrificio a tutti i partecipanti.
Nel pomeriggio la nostra
cronaca deve rilevare l'ottimo buffet preparato dal cuoco e dallo staff
della Casa Alpina che non si sono risparmiati nell'organizzazione. Anche
gli animatori hanno voluto portare il loro contributo animando il pomeriggio
con danze e giochi. Le mamme hanno offerto aiuto nell'organizzazione e
hanno allestito un "gratta e vinci" con ricchi premi per tutti.
La giornata era stata
dominata al mattino dal duplice gesto con cui il vescovo ha messo nelle
mani di don Luca Meinardi il Libro d'Oro, come segno della sua nuova responsabilità,
e nel contempo ha consegnato un piccolo dono a Giancarlo Burzio come ringraziamento
per i quindici anni di servizio alla Casa. Ad entrambi l'augurio di continuare
con gioia l'opera e il servizio della Casa. I giovani di Santiago
che hanno animato la messa ci hanno offerto il loro canto (che riportiamo
in questa pagina) mentre in segno di pace i bambini hanno proposto una
danza israeliana sotto la regia di Maria Rosa. L'attualità di questi
giorni ci fa accogliere con maggiore intensità il significato di
quella danza biblica sulla pace.
d.r.f.