Riprende l'anno scolastico in una
situazione di incertezza. Dietro c'è una riforma cancellata,
davanti prospettive incerte. Forse è utile fermarsi a riflettere
sul ruolo che la scuola può svolgere oggi in una società
pluralista. In primo luogo credo sia chiamata a contribuire alla formazione
di un cittadino. Il cittadino, senz'altro, è la persona capace di
vivere la propria vita professionale, ma non solo. Il cittadino è
anche capace di essere protagonista della vita pubblica. Il cittadino ha
le conoscenze relative alla vita lavorativa, ma non manca della coscienza
sociale. La conoscenza della Costituzione fa parte del suo bagaglio. In
secondo luogo la scuola è chiamata a dare qualcosa che, forse, la
famiglia non può dare: penso alla capacità di vivere nella
convivialità, nell'accettazione delle differenze. Due obiettivi
che sembrano lontani agli attuali padroni del sapere, per i quali la scuola
prepara o i lavoratori o i dirigenti, all'interno di un mondo chiuso. Ma
la Chiesa cosa sente di poter dire?
beppe scapino