Giovani della diocesi in marcia dal 16 al 27 agosto
Dal 16 al 27 agosto
scorso, un buon gruppo di giovani della nostra Diocesi (54), accompagnati
dal Vescovo e da alcuni sacerdoti, ha vissuto l'esperienza del pellegrinaggio
sul "Cammino di Santiago", itinerario che da secoli attira numerosissimi
credenti a ripercorrere il cammino della fede nel solco tracciato dall'Apostolo
S. Giacomo.
Si potrebbero raccontare
tanti episodi avvenuti nel corso del cammino, ma cronaca ed emozioni sono
riportate in questa pagina da alcuni giovani partecipanti, io vorrei sottolineare
alcune caratteristiche che hanno segnato trasversalmente la nostra esperienza.
IL CAMMINO
Abbiamo camminato!
A volte con fatica… ma sempre nella consapevolezza che i nostri passi sul
"Cammino di Santiago" rivestivano valore simbolico e ci richiamavano ad
un altro importante itinerario: quello della vita, dove ogni giorno è
necessario rimettersi in gioco, andare all'essenziale, tenere duro nei
momenti del dubbio e della pesantezza e proseguire verso la meta, la realizzazione
del progetto che il Signore ha per ogni uomo.
LA PAROLA DI DIO,
L'EUCARISTIA E
LA RICONCILIAZIONE
Segni privilegiati
della presenza del Signore che abbiamo accolto come dono prezioso che giorno
dopo giorno ci hanno aiutato a scoprire la bellezza dell'essere discepoli
di Gesù, in cammino con Lui sulle strade della nostra storia verso
la costruzione di un mondo migliore ispirato al progetto di amore
offre ad ogni essere umano.
SAN GIACOMO
La sua testimonianza
di fede, il suo coraggio di dare per primo tra gli Apostoli la vita per
il Signore, insegnandoci così che nulla vale di più nella
vita che accogliere e vivere l'amore di Dio, un amore che amplifica i nostri
orizzonti… ci fa sperare di vivere per sempre con lui, vincendo il male
e la morte!
Ora, al termine di
questa esperienza si impone la necessità di sintetizzarla, quasi
di definirla, e la tentazione di dire "bella" è forte, ma mi sembra
insufficiente, riduttiva; credo piuttosto il tutto vada letto nella prospettiva
del "fermento": è vero, 54 ragazzi sono poca cosa rispetto al numero
di giovani presenti nel territorio della nostra Diocesi, potremmo anche
pensare che siano "targati", "del nostro giro"… ma non è così,
o meglio, non solo, essi rappresentano un segno, sono giovani che hanno
vissuto un'esperienza di fede significativa ed ora la porteranno nel loro
mondo, tra i colleghi di lavoro o tra i compagni di scuola e di divertimento,
ed è per questo che li guardiamo con simpatia, li incoraggiamo,
preghiamo per loro e gli diciamo: "coraggio ragazzi… passo dopo passo sconfiggerete
la paura d'amare…".
don luca
Sul sentiero degli antichi
pellegrini quest’anno abbiamo lottato con la pigrizia, la fatica e la stanchezza,
su questo sentiero abbiamo riscoperto la voglia di camminare con la speranza
di raggiungere una meta, su questo sentiero abbiamo pregato in silenzio
abbandonando le nostre paure... Affascinati dall’esperienza di Roma,
il cammino di Santiago ci è sembrato una buona occasione per poter
rivivere quei momenti così intensi, ma è stata una sorpresa
scoprire che l’avventura che ci aspettava ci avrebbe diversamente arricchito.
Così è cominciato il tutto... zaino in spalla chilometri
su chilometri ogni giorno. Abbiamo attraversato colline aride, proseguendo
a tratti accanto all’autostrada e ogni tanto alzavamo lo sguardo a quel
cielo così azzurro che faceva venire il capogiro. Poi siamo arrivati...
Santiago si è rivelata a noi sotto le luci del tramonto, quando
ormai le gambe andavano avanti per inerzia e il viso bruciava scottato
dal sole. Eppure tutto questo era poco importante rispetto a ciò
che si è presentato davanti ai nostri occhi: la cattedrale. Seduti
nella piazza antistante, l’abbiamo contemplata con una gioia che percorreva
tutte le nostre membra, abbiamo cantato e ringraziato di essere riusciti
a concludere questo pellegrinaggio così sfiancante ma così
ricco di emozioni.
Abbiamo imparato che
camminare insieme con una meta comune rappresenta il nostro desiderio di
condividere un progetto di vita.
sofia provengano
Siamo partiti alla volta
di Santiago de Compostela nella tarda serata del 16 agosto, pieni di entusiasmo,
armati di chitarre, tende e saccoapelo, con in mente una meta precisa e
ancora nessun chilometro nelle gambe. Poi Lourdes e quindi finalmente la
terra di Spagna. Prima tappa: Roncisvalle, inizio del "Camino", e poi Puente
la Reina e via via tutte le altre tappe verso Santiago, e una prima scoperta:
nessuno, sebbene ci sia un pulmino a disposizione per le emergenze
e malgrado il caldo, la fatica e il dolore, rinuncia a camminare insieme
agli altri.
Così Santiago
si arricchisce di significati nuovi, che si comprendono andando avanti
verso la meta e ai quali nessuno si sente di rinunciare: con Burgos diventa
scuola di essenzialità e di condivisione festosa; con Leon, vera
e propria scommessa con se stessi e gli altri, nella consapevolezza che
Dio ha puntato molto su ciascuno; con Astorga si fa ricerca, sulle orme
dell'apostolo Giacomo e di tanti altri pellegrini. Poi Ponferrada, e finalmente
eccola: la si intravede dal "Monte della Gioia", si percorrono le sue vie
e si canta davanti alla sua cattedrale.
Contentezza e nostalgia
si mischiano per l'attesa che precede l'incontro importante al quale ci
si è preparati camminando, e consapevoli che da esso dipende molto.
Il resto è meritato riposo.
laura naretto
Molto spesso le fotografie
non bastano ad esprimere realmente le sensazioni e le emozioni che una
determinata esperienza possono suscitare! Proprio per questo motivo, risulta
assai difficile descrivere in sintesi ciò che il cammino di Santiago
ha lasciato nei nostri cuori e nella nostra mente: sicuramente il ricordo
ancora fresco del nostro ingresso in Santiago, dopo lunghe giornate di
cammino e di spostamenti con il pullman, rimane l'immagine indelebile di
un'esperienza che ci ha visti uniti in tutto, nell'amicizia, nel canto
e nei momenti di spiritualità; ecco quindi che la stanchezza delle
lunghe camminate ha lasciato spazio ad una consapevolezza più grande,
immersi anche in un contesto paesaggistico a dir poco affascinante.
Così si è
passati dalla folla chiassosa di Tor Vergata, alla S.Messa celebrata sotto
un albero delle colline che precedono Astorga, in un clima unico di condivisione
e preghiera. Senza dimenticare tutti quei momenti di giochi, scherzi e
canti che ci hanno visti protagonisti negli ostelli dei pellegrini, nei
campeggi e nelle palestre, seppur alla fine di intense giornate di attività!
Insomma, pur nella
difficoltà di poter esprimere tutto quello che portiamo a casa da
questa esperienza "spagnola", forse qualcosa si può riassumere in
quella semplicità fatta di fede, sudore, di pasta al sugo cucinata
nel pentolone, di docce dall'acqua gelata... che ci ha visto tutti così
uniti, pronti a tornare nelle nostre città con una carica nuova,
così semplice nei ricordi, così difficile da raccontare.
stefano pizzimenti