CANAVESE - La collana
discografica “Antichi Organi del Canavese” nasce nel 1996 e ha come scopo
la diffusione e la valorizzazione del patrimonio organario canavesano,
a livello piemontese il più cospicuo e tra i più importanti
a livello nazionale: patrimonio ben conosciuto e studiato da organologi
italiani e stranieri, spesso citato su studi e pubblicazioni, ma quasi
del tutto dimenticato dai canavesani stessi.
Solo una minima parte
di questa ricchezza, costituita da oltre 120 organi storici, è perfettamente
funzionante, circa venti; l’intento della collana è quello di proporre
questi autentici capolavori restaurati e restituiti al loro originario
splendore per farli conoscere e apprezzare anche fuori dai confini del
Canavese.
Sette i dischi finora editi,
con otto strumenti incisi, realizzati grazie alla sensibilità artistica
di alcuni sponsor privati e con l’aiuto di parrocchie e Pro loco interessate.
Sono stati registrati così il monumentale organo ottocentesco di
Montanaro nel 1997; il più antico strumento della provincia di Torino
ora sito a Vallo di Caluso nel 1998; l’organo di Rondissone nel 1999, pure
questo ottocentesco; poi gli strumenti di Moncrivello (Vc) e Mazzè
nel 2000 su unico cd, proseguendo nello stesso anno con un altro cd e due
altri strumenti siti a Prascorsano e a Ivrea San Lorenzo, ottocentesco
il primo, d’inizio novecento, post riforma Ceciliana il secondo.
Il 2001 ha avuto inizio
con la pubblicazione del cd inerente l’organo di Alice Castello (Vc) di
inizio ‘800 e costruito con due putti sonanti accanto alla cassa da Giovanni
Bruna; lo stesso costruttore ne collocherà poi addirittura 15 sullo
strumento di Montanaro pochi anni dopo, rendendolo unico in Italia per
numero di putti sonanti sulla cantoria.
Proprio dello strumento
di Montanaro, costruito in origine dai fratelli Bruna, un secondo disco
è stato presentato nei primi giorni di luglio 2001, disco in gran
parte dedicato alla musica di Giuseppe Verdi in occasione del centenario
della scomparsa. Un organo monumentale, un grande esecutore del repertorio
dell’ottocento italiano come il maestro Roberto Cognazzo, per 73 minuti
di grande musica. Non mancano in questo ultimo cd brani di tradizione popolare,
quali la Pifferata e l’Inno del carnevale eporediese.
Tutti i cd sono corredati
di libretti con immagini e dati sullo strumento, in italiano e inglese,
le registrazioni usate dallo strumentista in ogni singolo brano, un commento
sui brani scelti per l’incisione, curato dall’organista medesimo.
La collana “Antichi
organi del Canavese” si pone in evidenza, per numero di realizzazioni in
un piccolo bacino territoriale, come la più ricca dal punto
di vista del numero di strumenti documentati discograficamente in Italia.
Per queste realizzazioni
ci si è avvalsi della collaborazione artistica di illustri docenti
e concertisti affermati come il già citato Roberto Cognazzo, ma
anche Letizia Romiti, Walter Savant-Levet e Daniele Sajeva.
Unanime il successo,
decretato sia dal pubblico, sia dalla critica, anche da parte delle più
accreditate riviste specializzate, anche straniere; alcuni dischi hanno
varcato i confini nazionali diffondendo la nostra cultura fino alla Russia
e al Giappone.
Altri progetti spingeranno
i curatori della collana, Roberto Ricco e Adriano Giacometto, a lavorare
fuori dal territorio canavesano, su strumenti similari per costruzione
ad alcuni in Canavese, ma meglio conservati o restaurati.
Altre proposte discografiche,
di musica classica, ma esterne al mondo organistico, sono poi al vaglio
della direzione artistica.
Da tempo la collana
ha attivato una casella di posta elettronica e un proprio sito Internet,
ora completamente rifatto anche in lingua inglese, all’indirizzo: www.canavese.it
/antichiorgani. Sul sito si possono trovare altre notizie sugli strumenti,
bibliografie degli esecutori e della direzione artistica, elenco completo
dei brani incisi con possibilità di brevi ascolti free, editoria
tradizionale e recensioni.