Da Nigrizia riprendiamo questa riflessione di Zanotelli sulla figura del vescovo monsignor Milingo: spunti che è ben difficile trovare sui giornali di questi giorni, interessati ad alimentare il “tormentone” estivo per eccellenza...
Era partito
così bene…
Ricordo che ero missionario
in Sudan, a El Obeid, quando alla fine degli anni '60 lessi di un vescovo
africano che partendo dal Vangelo aveva fatto un'analisi dell'Africa australe
con una capacità di denuncia anche politica ed economica che mi
aveva molto ben impressionato: erano anni in cui tutta la regione, eccetto
lo Zambia, era ancora il "bastione bianco".
Quel vescovo era monsignor
Milingo. Poi entrò nella problematica delle guarigioni, strettamente
connessa con l'inculturazione. Fino a che punto la visione del mondo africana
poteva esser accolta dalla chiesa e diventare parte dell'annuncio evangelico?…
Gesù che guariva allora e che guarisce oggi!
Ricordo anche come
Nigrizia lo abbia seguito con degli articoli in sua difesa, che ci attirarono
anche delle reazioni ufficiali pesanti. Ma a noi sembrava esserci qualcosa
di valido in quell'esperienza.
Ma i demoni hanno
nome e cognome
Però, guardando
con gli occhi di adesso… che cos'è avvenuto in Milingo? Molto probabilmente
è passato da una lettura del Vangelo che inizialmente aveva, comprensiva
anche di una dimensione politica ed economica, a una lettura zoomata sul
mondo dei demoni. Ha sempre più dimenticato la valenza del Vangelo
come critica della realtà anche nei suoi aspetti economici, politici,
ed è… partito per la tangente delle guarigioni.
Questo grosso pericolo
è andato poi aumentando in Italia perché, secondo me, avere
un uomo come Milingo che va in giro a fare guarigioni - non solo in Italia
ma in Europa e nel mondo - è quello che la gente cerca.
Dimenticando che Gesù guarisce non solo dalla malattia nel suo aspetto
fisico, ma da ben altre malattie, da un mondo che non è soltanto
fatto di demoni, ma di diavoli che hanno un nome e cognome, che sono economici
e politici… È qui che Milingo ha completamente perso la bussola
e si è perso nello spiritualismo.
Ricordo la frase di
un teologo africano: "Noi in Zaire siamo in un gravissimo pericolo: stiamo
facendo delle bellissime celebrazioni mentre fuori la gente muore di fame,
è oppressa". Se l'inculturazione, che è un fatto fondamentale
di dignità umana (e con tutto il disprezzo che nel passato abbiamo
avuto per l'Africa questo è fondamentale), non è legata a
un processo di liberazione, che è politica, che è economica,
che è sociale, che è familiare… allora diventa unicamente
funzionale al sistema.
Ecco quello che è
avvenuto a Milingo. In Italia lo applaudivano tutti, andavano da lui come
da un santone - perché i santoni vanno benissimo a questo sistema,
basta che non tocchino l'economia, le dinamiche politiche, gli aspetti
sociali della realtà. Quello che è grave, nella parabola
della sua vita, è la scelta finale, non tanto in chiave moralistica,
ma in quanto mette in serio pericolo il processo d'inculturazione, la sua
credibilità, soprattutto nel campo delle guarigioni. Roma può
dire: vedete che cos'avete voluto? vedete com'è andata a finire?
Venuta da un uomo pubblico come Milingo, questa scelta è una botta.
Anche parlando con la gente, molti dicono "ma perché ci ha tradito
così?".
Non è nemmeno
il fatto che si sia sposato, il primo problema che si pongono.
Un po' come è
avvenuto con Leonardo Boff quando ha lasciato il saio francescano: davvero
è stata una botta per tanta gente che l'aveva sostenuto. Figure
emblematiche come Milingo devono tener presente che non sono sole, compie
certi gesti vuol dire inficiare tutto un processo che è costato
molto a tanti e che è fondamentale per questa chiesa d'Africa.
L'andare con Moon,
poi, è una cosa che fa ancora più specie. Perché Moon
è appunto l'emblema della religione usata dal sistema. Milingo c'è
caduto… come una pera cotta! Al di là del tradimento della sua visione
teologica di partenza, al di là della questione se abbia conosciuto
o meno la moglie prima del matrimonio… il problema grosso è che
Milingo sia entrato in questa religione civile del tutto funzionale all'Impero.
È ciò che la sua parabola personale, del resto, andava ormai
lentamente preparando.
Se l'inculturazione
non è legata alla liberazione, in maniera globale, si finisce per
essere strumentalizzati, per divenire semplicemente funzionali al sistema.
alex zanotelli