IVREA - La discesa
dal Piemonte a Venezia si è svolta nella prima decina di luglio,
protagonisti tre canoisti di tre generazioni diverse: Giuseppe Racca degli
Amici del Po di Villafranca Piemonte, Leonardo Curzio e Andrea Gillio dell'Ivrea
Canoa Club. Nel tratto iniziale alcuni canoisti di Ivrea e Montalto Dora
hanno partecipato alla discesa: Massimo Aiello, Dino Giovara, Giuseppe
Gianotti, Bruno Molinatto, Luigi e Valerio Volpato. Lucia e Samuele Curzio
hanno disceso piccoli tratti, di alcune tappe, sino alla foce.
L'itinerario da Ivrea/Torino/Fossano
sino a Venezia è stato percorso più volte da vari canoisti
piemontesi. Sicuramente tra i primi figurano i fondatori dell'Ivrea Canoa
Club che, agli inizi degli anni '50, effettuarono ben due spedizioni arrivando
a Venezia, la prima volta, e sino a Trieste, la seconda, per ricongiungersi
simbolicamente con le loro terre d'origine. Allora l'organizzazione era
diversa, lo spirito di avventura decisamente maggiore e così l'intraprendenza,
ma, ancora oggi, dire "pagaio sino a Venezia" lascia trasparire un certo
fascino.
L'idea di una discesa
nel 2001 è nata in seguito all'alluvione dell'autunno scorso. Dopo
il gran parlare di fiumi e argini, di teorie giuste e sbagliate, abbiamo
pensato che fosse necessario ricucire spaccature e incomprensioni nate
dalla rabbia dei disastri. Il fiume chiedeva di essere rivisto come amico,
portatore di vita e unione tra gli abitanti, diversamente divisi da rive
e confini di province e regioni.
Abbiamo lanciato l'idea
di una discesa in canoa che non voleva essere solo un avvenimento sportivo,
ma un momento di incontro lungo il fiume. Molti hanno apprezzato i nostri
intenti, recriminato per non poter scendere con noi, condiviso i nostri
sforzi. La nostra discesa ha avuto come sottotitolo "Un fiume per tutti",
intendendo questa frase in vari modi: un fiume solo, unico, che deve servire
a tutti; un fiume che può essere avvicinato da tutti per motivi
diversi, lavoro, sport, divertimento; un fiume che è adatto a essere
solcato da tutti.
La volontà di
trasmettere un messaggio di convergenza e unione di intenti, anche con
l'itinerario della discesa, ha portato alla definizione di diverse partenze:
da Ivrea sulla Dora Baltea e da Villafranca Piemonte sul Po, con unione
nella seconda tappa a Crescentino.
Dal punto di vista
logistico ci siamo appoggiati a diverse società sportive di canoa,
canottaggio e motonautica, ottenendo sempre posto per le nostre tende e
un'ottima ospitalità. Franca e Sergio ci hanno seguito con il furgone,
fornendoci l'indispensabile appoggio da terra.
Tutte le persone che
abbiamo incontrato si sono dimostrate sensibili alle tematiche di salvaguardia
del fiume e hanno condiviso il nostro pensiero di "attenzione" al mondo
fluviale. Molti sentono la necessità di una gestione comune del
fiume, come unico metodo che potrà portare a dei risultati: è
necessaria una politica di bacino, dal Monviso al delta.
In tutte le località
visitate abbiamo lasciato materiale di presentazione delle nostre zone
e una pergamena a ricordo degli obiettivi della nostra iniziativa.
L'ambiente che abbiamo
attraversato è veramente maestoso. Lungo il fiume si trova poca
vita degli uomini, molti uccelli e piante. I ponti non uniscono abitati
lungo il fiume (a questo siamo abituati dalle conformazioni e dall'organizzazione
delle valli alpine), ma attraversano il fiume e le sue golene rimanendone
in alto. La calma ti affascina lentamente, e raramente il silenzio ti impaurisce.
Abbiamo toccato con
mano i livelli raggiunti dall'ultima alluvione ed è veramente impressionante
immaginare la massa d'acqua che ha riempito zone così ampie ed estese.
Gli abitanti del Po si sono dimostrati abbastanza abituati a convivere
con le piene e a saperle gestire.
Il percorso è
stato definito in base ai preziosissimi consigli e alle indicazioni forniteci
dai Serenissimi vogatori di Montalto Dora che hanno effettuato questo itinerario
nel giugno 2000. Le varie sedi di tappa sono state Saluggia, Casale Monferrato,
Cornale, Chignolo Po, Cremona, Boretto Po, Revere, Pontelagoscuro, Adria,
Chioggia, Venezia. In totale sono stati percorsi 570 chilometri impiegando
50 ore effettive di canoa e 30 ore di soste. Tecnicamente la discesa
è semplice, solo il tratto sulla Dora presenta difficoltà
di 2° grado. E' necessario essere abituati a stare seduti in canoa
per alcune ore di seguito, noi abbiamo avuto più problemi per la
posizione dei piedi che per le braccia.
Sicuramente tra i momenti
più particolari ci sono il transito nelle "conche", per passare
nei canali che ti portano in laguna, e l'arrivo a San Marco, scegliendo
il momento giusto tra un traghetto e l'altro per attraversare il bacino.
Dopo ore di discesa nella quiete e solitudine l'arrivo in laguna, con tutta
la sua vita navale, e il ritorno alla realtà cittadina ci ha dato
quasi un senso di fastidio.
Come si è detto
la discesa non era fine a se stessa, voleva essere un momento di incontro
e di dialogo, un inizio per una rivalutazione del fiume. Abbiamo verificato
che si possono realizzare iniziative belle e interessanti, ma non è
chiaro chi avrà la forza e l'interesse per esserne il promotore.
Ecco alcune idee che cercheremo di sviluppare in futuro. Manifestazione
turistica sulla Dora di due giorni. Discesa codificata del Po con rilascio
di brevetto. Percorso fluviale con posti tappa tipo "Gran traversata delle
alpi". Guida del Po attraverso i campanili e i ponti. Gara di canoa maratona
a tappe. Discese del Po con guida per canoisti-turisti (a pagamento).
Alla promozione di
queste iniziative potrebbero essere interessate sia le associazioni sportive
legate al Coni e agli enti di promozione che le Aziende Turistiche Locali,
le regioni e le province con gli assessorati al turismo. Anche le agenzie
di viaggio potrebbero essere interessate a vendere pacchetti turistici
fluviali.