Abbiamo trascorso settimane nelle
quali il dibattito politico non è andato in ferie. Il governo sta
precisando le proprie intenzioni, mentre la minoranza, soprattutto nella
componente diessina, fatica a darsi una linea coerente. Il tutto condito
da polemiche.
LA LINEA DEL
GOVERNO Questo periodo ci aiuta a comprendere
quale linea il governo Berlusconi intende realizzare. In primo luogo appare
chiaro lo scopo di risolvere alcuni problemi che riguardano gli interessi
economici e giudiziari dello stesso premier (falso in bilancio, rogatorie
italo-svizzere, tassa di successione). Questi provvedimenti sono poco compatibili
con una economia di mercato, che richiede trasparenza. In secondo luogo
è pure evidente l'asse privilegiato con la Confindustria e con i
poteri forti del capitalismo italiano (Agnelli e Tronchetti-Provera). I
progetti sulla flessibilità del lavoro, sulle cooperative, l'aver
favorito le condizioni per l'assalto della Fiat a Montedison e quello di
Pirelli e Benetton all'Olivetti ne sono una prova. Questo legame rientra
nella tradizione della politica di centro-destra ed era prevedibile per
l'elettorato. In terzo luogo emergono alcune contraddizioni all'interno
della coalizione per quanto riguarda la devolution e la politica sull'immigrazione.
Contraddizioni per ora superate da compromessi fra Bossi e Fini sulla devolution
e dai due con l'area cattolica sull'immigrazione. In quarto luogo appare
l'intenzione di privilegiare il rapporto con gli USA rispetto a quelli
europei.
UN BLOCCO SOCIALE Dietro la politica del governo si
presenta un blocco sociale forte. I poteri economici, la Banca d'Italia
con Fazio che assume spesso un ruolo più politico che tecnico, settori
ecclesiastici, i ceti attratti dal decisionismo di AN. Il risultato è
che il ruolo del mercato, come luogo dove una pluralità di soggetti
svolge un ruolo attivo, si sta restringendo e si sta ritornando al vecchio
sistema di potere. Inoltre lo stesso Berlusconi appare più come
un presidente immagine, mentre molte decisioni sono prese altrove.
L'OPPOSIZIONE L'opposizione oscilla fra la linea
dura e i tentativi di accordo. In primo luogo deve scegliere fra la strada
dell'Ulivo o quella di una coalizione fra Margherita e DS. In secondo luogo
è necessario tenere presenti le diversità delle questioni.
Quando si tratta di temi costituzionali o di difesa delle istituzioni democratiche
è necessario un accordo con la maggioranza. Per tutte le altre questioni
ogni accordo diventa consociativismo e tradimento del proprio elettorato.
Anzi, il rischio che nascano frange estremiste e violente può derivare
da questi atteggiamenti. Un'opposizione non faziosa, ma seria e popolare.
Questo è l'impegno più importante, non la ricerca del nome
più spendibile.
IL BUCO NEL
BILANCIO Una nota breve. Tanta enfasi su
di un buco lasciato dal governo Amato. Poi arrivano i controllori del FMI
e ridimensionano il tutto. Da allora silenzio.