IVREA - E’ da qualche
giorno nelle edicole e nelle librerie di tutta Italia il quarto numero
della rivista dedicata alla cultura alpina "L'Alpe" (prezzo di copertina
19 mila 500 lire), nata da una collaborazione tra la casa editrice eporediese
Priuli & Verlucca e la Glénat di Grenoble.
Il titolo, e il tema,
di questo numero è "Donne di montagna": un lavoro a più mani,
nato appositamente per sfatare il pregiudizio che la montagna presenti
valenze quasi esclusivamente maschili, fatte di cacciatori, soldati, mercanti,
contrabbandieri, portatori, guide, emigranti, fuggiaschi, banditi, pellegrini
e scalatori. Nell’immaginario questa mascolinità della montagna
si è perpetuata attraverso storie sia grandiose che minimali, che
comunque hanno sempre relegato la donna a un ruolo di marginalità.
Ebbene, le 140 pagine
di questo numero de “L’Alpe” sono lì a dimostrare che finora
abbiamo compiuto un errore di prospettiva, che i ruoli femminili nelle
comunità alpine sono stati sempre fondamentali, e non si sono limitati
a quello di pastorella in stile Heidi.
Nell’introduzione lo
storico e antropologo Pier Paolo Viazzo parla di un mondo in cui la donna
"ha potuto sperimentare, prima che altrove, un'inconsueta parità
di condizioni di lavoro e un'altrettanta inconsueta autonomia".
In sostanza il mondo
alpino sarebbe assai più dinamico e capace di aperture, pur senza
con questo disconoscere il valore e la forza delle tradizioni. Sostiene
l'antropologo Gian Paolo Gri, che questo mondo ha maturato "le premesse
della rivoluzione industriale, i saperi tecnici che resero possibile l'apertura
mentale e il sistema di relazione che le assicurarono il successo".
L’edizione italiana
de “L’Alpe” è diretta dal giornalista e scrittore Enrico Camanni,
presenta splendide immagini fotografiche e rubriche che ampliano e approfondiscono
l'argomento trattato con notizie su luoghi, mostre, incontri, progetti
e associazioni. Il Comitato scientifico che cura la realizzazione è
coordinato da un personaggio di grande spessore culturale qual è
lo storico e dirigente dei Musei Civici di Torino, Daniele Jalla.
Per ulteriori informazioni
su questa preziosa pubblicazione semestrale, si può contattare la
casa editrice allo 0125.23.99.29 o inviare una e-mail a: priuli.e.verlucca@iol.it.