IVREA - G8: è
la sigla del momento. Non c'è giornale che non ne parli.
Eppure quello che sta
dietro a questa sigla non è conosciuto da molti.
Vediamo di che si tratta.
Per G8 si intende il
"gruppo" che riunisce gli otto cosiddetti paesi più industrializzati
del mondo: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia,
Canada e Russia.
Ad ascoltare la storia
raccontata dai governi che ne fanno parte, l'abitudine a incontrarsi regolarmente
è nata a Rambouillet nel 1975. Allora si ritrovarono in sei: mancavano,
cioè, Canada e Russia. L'idea era di riunire regolarmente i paesi
più importanti economicamente per concordare insieme decisioni e
comportamenti in una fase finanziariamente molto difficile. Si era, infatti,
all'indomani della prima crisi petrolifera, che spinse violentemente
in alto il prezzo del greggio. Questo ebbe ripercussioni notevoli sul sistema
finanziario internazionale e fece arroventare i prezzi e l'inflazione.
Occorreva trovarsi, esaminare difficoltà e opportunità comuni,
e porsi il problema di come i comportamenti, più o meno concordati,
delle nazioni più ricche del mondo avrebbero avuto impatti anche
sugli altri paesi.
In qualche modo era
una delle prime volte in cui si affrontava la dimensione della globalizzazione,
riconoscendo che gli strumenti solo nazionali non erano più sufficienti.
Ma il G8 è davvero
il gruppo dei paesi più ricchi? Dipende da che cosa significa
ricchezza. Se si guarda al PIL ( Prodotto Interno Lordo), no. Messico,
Brasile e Cina hanno normalmente, pur nelle variazioni di ogni anno, PIL
più elevati di quello russo e di quello canadese. Non c'è
in realtà un parametro oggettivo che individui i membri del G8.
E in effetti la dizione che si usa più diffusamente è 'nazioni
più industrializzate', che dal punto di vista tecnico non significa
nulla: non c'è una misura dell'industrializzazione.
Il G8, insomma, è
semplicemente una riunione autoconvocata di otto nazioni del mondo. Quasi
una riunione privata di capi di governo che hanno titolo di trovarsi solo
perché il loro ruolo influenza la vita delle persone anche al di
là dei confini delle loro nazioni. Non è il governo
del mondo; tantomeno ha legittimità giuridica riconosciuta dalle
leggi internazionali. I suoi documenti non hanno valore giuridico, ma solo
politico. E' ovvio che, trattandosi dei paesi più potenti, i documenti
del G8 hanno un valore molto importante sul piano internazionale. Non per
nulla i governi dei paesi membri ritengono le riunioni del G8 un'occasione
per fare lobbying internazionale. I paesi del G8, ad esempio, sommati insieme,
hanno la maggioranza assoluta dei voti alla Banca Mondiale e al FMI (Fondo
Monetario Internazionale). Convincere il G8 significa convincere Banca
e Fondo.
Il G8 si trova normalmente
all'inizio dell'estate, tra giugno e luglio, ogni anno in un paese diverso.
E' presieduto dal paese ospitante, che nei mesi precedenti provvede a convocare
le riunioni di preparazione. Il cammino di avvicinamento al vertice
è svolto dagli sherpa, che, come i portatori himalaiani, si fanno
carico di tutta la preparazione delle discussioni e dei documenti preliminari.
Il summit occupa in genere un weekend. Il venerdì è impegnato
dalla riunione dei Ministri economici, a cui generalmente non partecipa
la Russia. La sera viene di consuetudine pubblicato il "Comunicato dei
ministri economici del G7". Il sabato invece si svolge l'incontro dei capi
di stato e di governo, compreso quello russo, che occupa tutta la giornata.
La domenica mattina, dopo gli ultimi aggiustamenti, il presidente di turno
del G8, cioè il capo del governo ospitante, presenta ai giornalisti
il comunicato finale, che prende in genere il nome dalla città presso
cui il vertice viene svolto.
Se si esaminano i comunicati
degli ultimi anni si nota che i leader hanno dedicato sempre minore attenzione
ai conflitti, per rivolgere la loro attenzione invece alla questione della
stabilità finanziaria internazionale. Molto spazio è
stato dedicato alla architettura finanziaria e agli strumenti per ridurre
le possibilità di riciclaggio di denaro sporco, una preoccupazione
molto grave in tempi in cui l'accesso ai mercati finanziari è reso
facilissimo dallo sviluppo dell'informatica e del web. Sempre maggiore
attenzione è stata posta al debito internazionale e alle strategie
di riduzione della povertà.
Quali sono i temi aperti
in vista di Genova?. Ancora il debito e la povertà. Il debito non
è risolto a livello intenzionale e occorre un'azione più
coraggiosa. Anche la lotta alla povertà richiede più
determinazione e più risorse. Strettamente collegati, poi,
sono altre questioni.
I Paesi del Sud vengono
invitati a combattere la povertà anche investendo per vendere nel
mercato internazionale le loro merci. Ma non vi è efficacia
se i loro prodotti incontrano barriere nei nostri mercati che li rendono
non competitivi e, di fatto, invendibili. E' il tema
delle regole del commercio internazionale. E' incoerente, poi, che per
inseguire competitività internazionali si costringano donne e uomini
di questi paesi a lavorare in condizioni di sfruttamento. Né ha
senso che la competitività si ricerchi riducendo i costi, accontentandosi
di tecnologie più convenienti, ma inquinanti. Non vi è reale
riduzione della povertà, se a fronte di un miglioramento di reddito
peggiorano le condizioni lavorative e ambientali. E' tuttora aperto, insomma,
il dibattito sullo sviluppo sostenibile, che richiede adeguata programmazione
per il Sud e coraggiosa assunzione di responsabilità nel Nord, avviando
modelli di consumo diversi e più responsabili rispetto a quelli
sviluppati sino ad oggi.
a cura del centro missionario
diocesano