La nascita del Governo guidato dall'on.
Berlusconi è il fatto politico più importante. E' vero che
un giudizio più maturo potrà essere dato quando sarà
in azione, però sono indicatori politici anche il modo di gestazione,
la scelta delle persone, il ruolo dei poteri sociali.
GLI INTENDIMENTI Ancora dopo le elezioni Berlusconi
aveva insistito sul fatto che la scelta dei ministri si sarebbe svolta
al di fuori delle trattative fra partiti. Voleva dare un segnale di novità
e sottolineare che la sua investitura nasceva dal voto popolare e non dalla
scelta del Presidente della Repubblica. Questi intendimenti si sono dimostrati
un libro dei sogni.
UN GOVERNO NUOVO? Il Governo Berlusconi si pone sulla
scia dei normali governi di una democrazia parlamentare. In primo luogo
è un governo di coalizione, formato alla fine di lunghe trattative
e con un dosaggio di posti fra le diverse componenti della CdL. Inoltre
è un governo che, per motivi di prestigio, ha ottenuto l'apporto
di "tecnici", cioè di ministri che sono stati scelti perché
esperti e che non fanno parte di nessun partito della coalizione. In terzo
luogo è un governo che ha dovuto pagare il pegno per il sostegno
avuto da poteri quali la Confindustria, la grande industria. Non c'è
da scandalizzarsi. Questo fa parte della politica ed è da ingenui
credere a chi si vanta di poter prescindere da tutto questo. Il risultato
delle alchimie è che abbiamo un governo ben più elefantiaco
di quello formato da Prodi. Prodi aveva 20 ministri e 49 sottosegretari;
Berlusconi ha 24 ministri, 7 viceministri e 53 sottosegretari. Non è
un buon segno per lo snellimento della burocrazia.
LA LINEA POLITICA Alcune direzioni lungo le quali
il governo del centro destra si muoverà sono suggerite dai nomi
dei ministri. Una prima caratteristica sarà l'accentuazione delle
politiche di stampo liberistico. Anche i tecnici si muovono in questa direzione.
Possiamo prevedere un rafforzamento della sanità e della scuola
private a detrimento di quelle pubbliche. Per non parlare poi dell'ambito
del lavoro. D'altronde, al di là delle promesse elettorali, era
chiara questa linea nella CdL, e il voto l'ha premiata. Una seconda caratteristica
potrebbe essere un raffreddamento della solidarietà europea e l'accentuazione
dei legami con gli Usa. Bisogna aggiungere che questo governo ha una maggioranza
parlamentare tale per la quale non potrà trovare alibi per i risultati
che otterrà o meno.
IL RUOLO DI
CIAMPI Il Presidente della Repubblica non
ha un ruolo politico. Deve però garantire il rispetto della Costituzione.
Da questo punto di vista deve far rispettare l'esito del voto, ma deve
anche garantire la conformità delle leggi con l'interesse pubblico.
Pertanto mi pare debba porre attenzione all'annoso problema del conflitto
degli interessi. E' nel suo potere rinviare al Parlamento una legge che
desti sospetti di essere creata per interessi privati