Con qualche fatica la nuova legislatura inizia il proprio corso. Per
ora non è un cammino trionfale ma è costellato da difficoltà.
Difficoltà che non escludono anche il cammino dell'opposizione.
Si tratta di difficoltà che non possono essere imputate a fattori
esterni, ma che nascono dall'interno delle coalizioni.
I PRESIDENTI DELLE CAMERE Le elezioni di Pera a presidente del Senato e di Casini a quello della
Camera erano scontate. Sono avvenute però nel clima di una correttezza
ben lontana dal periodo preelettorale. I Presidenti hanno assicurato di
voler essere garanti dei diritti di tutti gli eletti. Soprattutto Pera
ha insistito sul legittimare il proprio ruolo di garanzia sulla base dell'esito
elettorale. Ma un'autorità istituzionale dovrebbe fare riferimento
alla Costituzione, che invece è stata la grande assente in questo
rito.
UN PARTO DIFFICILE Al di là delle assicurazioni iniziali la formazione del governo
Berlusconi incontra difficoltà. Siamo ancora in una fase informale,
ma notiamo come le decisioni politiche nascono da mediazioni spesso tormentate.
E questo avviene anche quando la maggioranza parlamentare appare larga
e riceve l'appoggio dei poteri forti, sia economici che sociali. Due in
particolare le difficoltà incontrate. La prima è l'ira di
Fisichella che pensava di poter essere presidente del Senato. La sua candidatura
è stata sacrificata per gli equilibri fra gli alleati, provocando
però un rifiuto del senatore di AN a partecipare al governo. La
seconda è la questione della Lega. Infatti il problema non è
soltanto se Maroni può o no essere ministro della Giustizia. La
Lega pretende di essere considerata una componente di pari peso alle altri
nella CdL. Non vuole essere un utile strumento elettorale da accantonare.
La difficoltà della Lega però è quella di aver creato
un gruppo dirigente impresentabile. Bossi ha schiacciato ogni possibile
leader alternativo. Al di là dei veti, non provati, penso che gli
stessi alleati mostrino sfiducia su certi nomi proposti in ruoli chiave.
Questo però era chiaro fin dal momento dell'accordo con la Lega.
E L'OPPOSIZIONE? L'opposizione non ha ancora chiara la lettura della sconfitta e, soprattutto,
fatica a elaborare una strategia per il futuro. Uno scontro, anche aspro,
si è aperto nei DS fra D'Alema che non riesce ad immaginare un Ulivo
non egemonizzato dai DS e i leader emergenti come Folena. Nell'ambito della
Margherita invece lo scontro investe chi vuole accelerare la formazione
di un partito unico e chi vuole mantenere le diverse formazioni. Il problema
dell'opposizione nel suo insieme consiste in primo luogo nella scelta fra
privilegiare la linea dell'Ulivo o la linea di una socialdemocrazia. Il
resto - leadership, forme di aggregazioni - è secondario.
MIRACOLO ECONOMICO? Considerazione flash. Il Governatore Fazio parla di un possibile nuovo
miracolo economico. Parla anche di tagli a sanità e pensioni. Miracolo
per chi?