Domenica, festa di Pentecoste, celebriamo
la realtà della chiesa che vive nella storia e in un territorio.
Credo che l'incontro su matrimoni, divorzi e separazioni della scorsa settimana
possa offrirci uno spunto per dare sostanza a questa celebrazione. L'aumento
dei matrimoni civili, l'alta percentuale di separazioni e di divorzi non
vanno valutati moralisticamente come il frutto di una generazione perversa
- fra chi ha fallito il proprio matrimonio esistono persone serie e capaci
di vera ricerca -, ma sono il segno di un nuovo atteggiamento culturale
sul rapporto fra i sessi e sono una spia di una concezione scristianizzata
della vita. Di fronte a queste realtà siamo chiamati a prendere
coscienza del fatto che evangelizzazione non è organizzarsi per
riprodurre la pastorale di sempre, legata ai sacramenti di massa, ma ricercare
nuovi linguaggi, nuove forme di presenza. Forse siamo una comunità
vecchia, stanca, malata: chissà che queste constatazioni non ci
diano una scossa.
beppe scapino