IVREA - Siamo ormai
giunti all'appuntamento elettorale di domenica 13 maggio che, qualunque
sia l'esito, avrà grande importanza per il futuro del nostro Paese
e per il contributo che l'Italia potrà dare, o far mancare, al cammino
dell'Europa.
Due sensazioni diffuse
non possono non preoccupare: la difficoltà a comprendere la situazione
e la posta in gioco. Di conseguenza, la tentazione di estraniarsi o di
votare quasi a casaccio, senza perdere tempo ad approfondire i criteri
per una scelta che nel sentire di moti non conterà e non cambierà
nulla. Sarebbe questo il modo migliore per contribuire all'affossamento
della politica, nel senso più nobile del termine, e della democrazia,
se questa vuol dire primato della persona a cominciare dalla capacità
che ciascuno ha di pensare, di valutare e di scegliere.
Trovo allora interessanti
alcuni passi di un testo che l'Azione Cattolica regionale ha diffuso in
queste settimane e che vorrei almeno in parte riproporre.
(segue da pag. 1)
“Senza una partecipazione
attenta e responsabile dei cittadini la democrazia finisce per svuotarsi
di significato, diventare una procedura inutile e lasciare il campo a meccanismi
autoritari; questo vale per tutti ma tocca in particolare i giovani che
trovano nel mondo adulto pochi punti di riferimento capaci di aprirli alla
fiducia, alla speranza, alla capacità critica; possono perciò
più facilmente cedere all'illusione che i problemi di una società
complessa si possano risolvere con la forza e con la tecnica.
Questo ci chiede una
valutazione attenta dei contenuti dei programmi e delle proposte dei candidati:
non tutti dicono le stesse cose ed occorre verificare se quanto viene proclamato
corrisponde ai modelli culturali che candidati e forze politiche scelgono
per sé e propongono nei progetti specifici e nei fatti. Tre aspetti
appaiono particolarmente decisivi:
a- il principio democratico,
il rispetto e la cura delle istituzioni, gli orientamenti di fondo che
la prima parte della Costituzione pone alla base del nostro Stato e della
convivenza civile.
b- il criterio che
assumiamo riguardo ai progetti socioeconomici, specie con riferimento a
chi debba assicurare i diritti sociali ( i pubblici poteri o l'efficienza
del mercato).
c- il criterio che
assumiamo di fronte ai fenomeni dell'immigrazione, della società
multiculturale e dei diritti di cittadinanza ( integrazione o esclusione).
Va segnalato il valore
dell'impegno e della fatica di chi si rende disponibile ad assumere responsabilità
politiche…e nella scelta del voto è opportuno tener presente il
modo di considerare la politica stessa da parte dei candidati, lo "stile"
con cui intendono il rapporto con le istituzioni che si candidano a governare.
Il comprensibile senso di attesa che accompagna l'appuntamento elettorale
non può farci trascurare la prospettiva ulteriore: i valori, gli
atteggiamenti e i criteri a cui la comunità cristiana si richiama
possono radicarsi solo attraverso un'attenzione continuativa che metta
in luce sia la stima per la politica sia la cura per la formazione delle
persone in ordine alla vita civile e politica”.
Ancora una volta dunque
rivolgo un invito a prepararsi all'appuntamento elettorale, a conoscere
e valutare schieramenti, leader e per quanto possibile i candidati che
riceveranno direttamente il nostro voto: un voto che diventi l'inizio di
un rapporto continuativo tra le nostre comunità e i rappresentati
politici, per segnalare, criticare e verificare, per non delegare ma al
contrario sentirci veramente responsabili del nostro territorio e di tutti
i suoi abitanti.
+ arrigo miglio