CASTELLAMONTE - Aria
nuova nel salone parrocchiale "Trabucco", la cui ristrutturazione è
stata completata dopo un anno e mezzo di lavori e con una spesa pari a
un centinaio di milioni di lire (frutto di un lascito alla parrocchia).
Nuove e comode sono le poltroncine, nuova la pavimentazione, nuovo l'impianto
di illuminazione e nuova la sistemazione delle vie di fuga, in ossequio
alle norme di sicurezza attualmente vigenti.
Molto soddisfatto l'arciprete,
don Vincenzo Salvetti, che ora può offrire a gruppi, associazioni
ed enti uno spazio per iniziative assolutamente all'altezza del suo compito.
E per l'inaugurazione si è pensato, lo scorso 25 aprile, di proporre
al numeroso pubblico una commedia particolarmente gustosa, "Il Campiello"
di Carlo Goldoni, portata in scena dalla compagnia cuorgnatese "Esperimenti
Teatrali".
Gli attori, in gran
parte piuttosto giovani, si sono disimpegnati egregiamente: merito anche
dell'efficace regia di Mauro Stante, che ha marcato con precisione i tempi
di ingresso dei vari personaggi, l'intersecarsi delle battute, la gestualità
e la mimica facciale. Nonostante le difficoltà della lingua veneziana
il dipanarsi della vicenda - fatta, come quasi sempre in questi casi, di
intrecci amorosi, equivoci, piccoli battibecchi e colpi di scena conclusivi:
ambientata, come risulta chiaro dal titolo, in un 'campiello', la piazzetta
veneziana sulla quale si affacciano le dimore dei protagonisti e una locanda
- è risultato comprensibilissimo, e l'effetto comico non ha mancato
di scatenare gli applausi.
Un plauso agli attori:
le comari Orsola, donna Pasqua e donna Catte (Valeria Peila, Maria Grazia
Pezzetto e Domi Vaira), pettegole come si conviene; i rispettivi figli
Zorzetto, Gnese e Lucietta (Enrico Faletti, Samanta Pappacena e Paola Malanetto),
Sansuga, cameriere di Locanda (Fabio Cuccè), Anzoletto, moroso di
Lucietta (Tony Iezzi, che ha anche curato la scenografia); e poi ancora
il Cavaliere (Franco Miele) giunto a Venezia per svagarsi durante il carnevale
e cercare una fanciulla da maritare, la giovine Gasparina (Laura Marchello),
dal parlare affettato ma dalla cultura evidentemente non smisurata, e il
di lei tirannico zio siculo-napoletano Fabrizio (Fabrizio Crevola). Alla
fine, ça va sans dire, tutto si sistemerà per il meglio,
con tutte le giovani coppie finalmente costituite e felici (Zorzetto e
Gnese, ancora troppo giovani, dovranno aspettare un paio d'anni per convolare
a giuste nozze, ma tant'è, basterà avere pazienza…).
La compagnia, ora,
proseguirà nel suo lavoro, portando ancora in scena "Il Campiello",
e quindi dedicandosi a nuove produzioni: in passato si è già
cimentata con Oscar Wilde, con Shakespeare e addirittura con una "Via Crucis"
ripresa da un testo di Gheon. Attendiamo altre piacevoli sorprese, per
il prossimo futuro.
m.s.