Continua la campagna elettorale
con toni aspri. Lo scontro fra i due poli principali oscura il ruolo delle
formazioni minori. Intervengono anche articoli su giornali europei.
BERLUSCONI E
LA STAMPA ESTERA Alcuni articoli e inchieste pubblicate
su autorevoli giornali europei hanno irritato Berlusconi, che ha parlato
di una internazionale delle calunnie. Aveva iniziato l'Economist. Hanno
continuato Le Monde, El Mundo ed altri. Le accuse possono essere così
sintetizzate. Berlusconi è un caso per le democrazie occidentali
per il conflitto di interessi, per le inchieste giudiziarie e per la poca
chiarezza nei comportamenti finanziari. El Mundo, fra l'altro, ha presentato
la fotocopia di alcuni fax che proverebbero il passaggio di denaro di Telecinco
a società di comodo del gruppo Berlusconi. Che dire? Sul piano giuridico
tocca ai giudici indagare e sentenziare. E' certo che se uno pensa di essere
calunniato ha gli strumenti - soprattutto se è ricco - per difendersi.
Ciò che stupisce è che fra questi giornali l'Economist è
di tendenza liberale e El Mundo appoggia decisamente Aznar. Diventa difficile
pensare ad un complotto ordito dalle sinistre. Inoltre è naturale
che i giornali occidentali guardino con interesse alle elezioni italiane
e ai suoi possibili esiti.
IL VIZIO ORIGINALE Queste accuse hanno alcune basi
oggettive. La prima è il conflitto di interessi che pesa sulla figura
di Berlusconi. Il leader delle destre aveva interesse a risolverlo e non
a boicottare una soluzione in cambio della promessa di riforme istituzionali.
E D'Alema avrebbe dovuto avere maggior coraggio su questi temi. La seconda
è la poca trasparenza sulle origini della propria fortuna. Non basta
trincerarsi dietro a inchieste annullate per decorrenza dei termini. Sul
piano giuridico nessuno deve autoaccusarsi, ma sul piano politico un candidato
a premier non deve avere segreti. Può darsi che l'atteggiarsi a
vittima di un complotto porti voti oggi. Rimane però il fatto che
Berlusconi sarà continuamente ricattabile. Anche i suoi alleati
dovrebbero capirlo.
PROGRAMMI FOTOCOPIA? I programmi dell'Ulivo e della CDL
sembrano uguali. Da quanto si legge sui giornali e dalle dichiarazioni
emergono accentuazioni diverse. Sul piano economico la CDL seguirebbe una
linea molto più liberista. Su quello della giustizia la CDL mirerebbe
ad un maggior controllo dei giudici. Sul piano del Welfare e dell'istruzione
crescerebbe il ruolo dei privati per la CDL. Rimangono le formazioni minori
con problemi di raggiungere la quota per essere ammessi al Parlamento.
Se RC rappresenterebbe la tradizionale opposizione di sinistra, le altre
facilmente contratteranno i propri voti. E di questo non si sente il bisogno.
IL DIGIUNO RADICALE Due parole sul digiuno dei radicali.
Mi pare un esempio di falsa non violenza. E' il ricatto dei sentimenti
più che la proposta di un confronto. Anche perché i radicali
pretendono spazi gratis per le proprie idee.