La vita politica prosegue sempre
su toni rissosi. Ci troviamo di fronte ad una lotta elettorale che enfatizza
pretesti senza affrontare temi e proposte. In questo clima pigliano corpo
però alcune propositi inquietanti.
POLITICA E TV La polemica più acre questa
settimana ha coinvolto il ruolo della TV pubblica. Il Polo ha protestato
per alcune trasmissioni proponendo che la RAI limitasse i temi politici
nei telegiornali, azzerando le trasmissioni satiriche e i dibattiti. Proposta
che la maggioranza non ha accettato. E' chiaro che la posizione della TV
pubblica è delicata. Bisogna però esercitare talvolta anche
la memoria. Quando Berlusconi fu presidente del consiglio il Polo occupò
la RAI in termini più decisi di quelli attuali. 4 membri del Consiglio
di Amministrazione su 5. La stessa Commissione parlamentare di vigilanza
era presieduta da Storace di AN. Mi pare che oggi le possibilità
della minoranza di far sentire la propria voce sia più alta di quella
che il Polo lasciò allora al centro-sinistra. Tutto questo permette
di far sorgere il dubbio che le proteste di oggi mirino ad altro: forse
a legittimare una nuova occupazione totale nel futuro.
LA CORTE COSTITUZIONALE Nelle polemiche sulla RAI Berlusconi
ha introdotto un attacco contro la Corte Costituzionale perché sarebbe
un'arma della sinistra. Questo è uno degli aspetti inquietanti che
andrebbero chiariti. Delegittimare la Corte Costituzionale significa delegittimare
lo Stato. Se poi aggiungiamo il proposito di intervenire sulla prima parte
della Costituzione, espresso sempre dal leader del centro-destra, noi vediamo
messi in forse i fondamenti sui quali si basa lo stato democratico. Non
si tratta di destra o di sinistra. Si tratta del rispetto delle regole
fondamentali della vita sociale di uno stato. La cultura che oggi domina,
mirante all'interesse privato, forse è sorda a questi temi. Ma è
meglio vigilare per tempo.
SLOGAN E PROGRAMMI Oltre a queste polemiche non troviamo
molto altro nella campagna elettorale. E' difficile capire i programmi
degli schieramenti. Forse anche perché i media preferiscono sottolineare
gli aspetti polemici e personali del dibattito. Non sono programmi però
né gli slogan, né le accuse contro gli avversari. Un programma
deve chiarire gli obiettivi, illustrare i mezzi per raggiungerli e spiegare
le scelte proposte. Gli slogan invece possono dire tutto e il contrario
di tutto. Bisogna però chiedersi se il ricorso allo slogan non sia
favorito da un elettorato passivo e diffidente della politica.
UM MODELLO SOCIALE
EUROPEO? In un'intervista Romano Prodi parla
delle prospettive dell'Europa. E' un'Europa la cui economia è fondata
sul mercato, ma non è un'Europa liberista. Parla infatti si un modello
sociale europeo. Un modello nel quale le garanzie sociali dei lavoratori
non vengono cancellate. E' una riflessione valida anche per l'Italia dove
riforma dello stato sociale per alcuni significa cancellazione.