SETTIMO VITTONE - Nasce
dalla convenzione con un'amministrazione comunale e dalla collaborazione
con una Pro loco, la nuova strategia del Fai (Fondo per l'ambiente italiano).
Una strategia che punta ad una maggior diffusione sul territorio e alla
ricerca di nuove adesioni, e che viene sperimentata per la prima volta
a Settimo Vittone. La formula, destinata ad essere esportata in tutta Italia,
è semplice: il Fai avrà la responsabilità della promozione
culturale e turistica di un bene, senza averne acquisito la proprietà.
Il bene in questione
è il complesso monumentale di Settimo Vittone, all'interno della
cortina dell'antico castello, costituito dalla Pieve di San Lorenzo e dal
Battistero di San Giovanni Battista. L'edificio è di proprietà
comunale, grazie a una donazione del 1978. Negli anni successivi è
stato restaurato, con una spesa di 700 milioni, dai tecnici e dagli esperti
delle diverse Soprintendenze, che hanno riportato alla luce numerosi e
interessanti affreschi.
Ma un contributo essenziale
è arrivato anche dai volontari della Pro loco, che hanno risistemato
l'area circostante rendendola davvero gradevole per i visitatori (anche
se molto resterebbe da fare da parte dei privati che confinano con questi
luoghi).
"In tutta Italia -
spiega Mariangiola Carnevale, capo della delegazione del Fai di Ivrea e
Canavese - possiamo contare su 45 mila adesioni: poche, purtroppo, per
avere maggior peso e non dover sempre lottare con i bilanci. Per questo
puntiamo su una nuova strategia, collaborando con le forze già presenti
sul territorio e che dimostrano, come la Pro loco di Settimo Vittone, di
saper lavorare con competenza e passione". Per il sindaco Egidio Peretto
l'iniziativa "potrà avere ricadute positive su tutta la zona, sia
in termini culturali che economici". Soddisfatto anche Paolo Bollo, segretario
della Pro loco: "E' motivo di grande orgoglio vedere questo monumento sotto
l'ombrello protettivo del Fai".
Il complesso formato
dalla pieve di San Lorenzo e dal battistero di San Giovanni è considerato
uno dei più importanti esempi di architettura pre-romanica in Piemonte.
Gli storici sono concordi nel farlo risalire all'età carolingia,
intorno al IX secolo. "La tradizione storica - spiega Giuse Scalva, della
Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici - attribuisce agli Ascaridi
la costruzione del primo impianto del castello e degli edifici religiosi".
Sia la pieve che il battistero furono restaurati verso la fine dell'Ottocento
da Alfredo d'Andrade e Cesare Bertea.