Il presidente Ciampi ha sciolto
le Camere e ci si avvia - attraverso una campagna elettorale presubilmente
aspra - ad una nuova legislatura. Il tutto nonostante le raccomandazioni
del Presidente della Repubblica.
FINE DI UNA
LEGISLATURA La Legislatura che termina è
una delle più longeve della repubblica. Questo non significa che
sia stata totalmente coerente. Essa è nata all'insegna dell'Ulivo,
cioè di un patto fra un centro e una sinistra riformisti. Ed è
stato il periodo più creativo, concluso con la caduta di Prodi.
In seguito c'è stato un tentativo della componente diessina - maggioritaria
sul piano elettorale - di egemonizzare la coalizione con i governi D'Alema
e Amato. Nonostante queste contraddizioni la maggioranza uscente
ha conseguito buoni risultati. Il primo fra tutti è l'ingresso nella
moneta unica europea. Bisogna aggiungere che il centro-sinistra ha dato
miglior prova di sé quando ha agito con progetti e proposte e non
quando ha cercato accordi impossibili con la minoranza. Pensiamo ai danni
della Bicamerale. Sostanzialmente possiamo dire che termina una legislatura
che ha agito positivamente e che non è stata capace di propagandare
i propri successi.
PROSPETTIVE
DEL CENTRO-SINISTRA Nonostante questi risultati la maggioranza
attuale si presenta alle elezioni con un atteggiamento difensivo.
Diversi i motivi. Il primo è la poca capacità propagandistica
riguardo ai risultati ottenuti. La seconda è la poca disciplina
a riunirsi intorno al leader scelto. Non si tratta di subalternità
supina, ma di rispetto per la persona scelta a guidare la coalizione. Il
terzo è l'ambiguità sul senso dare alla coalizione: un movimento
di centro-sinistra (Rutelli, Veltroni, Prodi) o una sinistra che ingloba
componenti centriste (D'Alema, Amato). La soluzione di questa alternativa
è centrale per la coalizione e l'impegno/disimpegno di Amato non
favorisce una soluzione. Queste difficoltà non pregiudicano però
la campagna elettorale dell'attuale maggioranza, ma vanno risolte.
PROSPETTIVE
DEL CENTRO-DESTRA La coalizione conservatrice si presenta
apparentemente con minori difficoltà. Ha un leader riconosciuto
(Berlusconi). Agendo da minoranza non ha bisogno di dimostrare la capacità
di governare. Nello stesso tempo ha potuto celare le contraddizioni interne.
Inoltre, facendo leva sulle reazioni irrazionali di strati della popolazione
(sui temi della criminalità e degli immigrati) ha potuto creare
un consenso intorno al proprio personale. Questi punti di forza sul piano
elettorale devono però rendere attento il cittadino consapevole
del valore del voto. Perché queste destre suscitano interrogativi
gravi. In primo luogo sul senso dello stato e della legalità. Basta
vedere il disprezzo per la Costituzione. In secondo luogo sull'impegno
per coinvogliare positivamente i dubbi e le paure del cittadino. Infine
sugli accordi che possono unificare forze apparentemente così distanti
come Lega ed AN: speriamo non sia il richiamo all'autoritarismo.