TORINO - In Piemonte
ci sono 45.000 occupati in più, quasi tutti nel settore dei servizi.
All'aumento dell'occupazione (più 2,6% rispetto al totale di 1.700.000
lavoratori piemontesi) corrisponde una flessione della disoccupazione,
da 135.000 a 118.000 unità, che portando il tasso relativo al 6,3%,
contro il 7,2% registrato nel '99. Sono i risultati per l'anno 2000, suddivisi
su base provinciale, resi noti dall'assessore a Industria, Lavoro e Formazione
della Regione Piemonte, Gilberto Pichetto, in base alle elaborazioni dell'Osservatorio
regionale sul mercato del lavoro. "Il quadro, seppure con qualche riserva,
è positivo - ha sottolineato Pichetto - e conferma che il Piemonte
ha realizzato, sul piano occupazionale e produttivo, performance migliori
della media nazionale. Ma la prudenza è d'obbligo, perché
i dati di fine 2000 sono ancora da confermare, e non va dimenticato il
rallentamento della congiuntura economica internazionale nell'ultimo trimestre.
In Piemonte, poi, questo effetto si è sovrapposto agli eventi alluvionali
di ottobre". Le di-namiche territoriali si presentano differenziate: il
terziario avanza ovunque, in particolare in provincia di Torino; l'industria
appare in difficoltà nel torinese, e non sembra in grado di ampliare
la propria base occupazionale in misura significativa.
"Ogni anno in Piemonte i movimenti sul mercato del lavoro riguardano 320.000
persone - ha continuato Pichetto -. In pratica, quasi un lavoratore su
cinque cambia occupazione. E' un dato molto significativo, perché
indica sia il buon livello di elasticità del mercato, sia la capacità
del sistema produttivo di adeguarsi alle nuove tendenze". Queste le valutazioni
del mercato del lavoro per le province di Torino e quelle, confinanti con
il nostro territorio, di Biella e Vercelli.
Torino - Nell'area
del capoluogo, ad un brillante risultato del terziario (+23.000 addetti)
si contrappone un arretramento nell'industria, che perde 5.000 occupati.
La disoccupazione si riduce e il tasso Eurostat scende di un punto, attestandosi
al 7,9%: tuttavia, nel contesto del Nord-Italia, dove i miglioramenti sono
diffusi, la provincia resta un caso critico, collocandosi al secondo posto
nella graduatoria dei livelli di disoccupazione, preceduta solo dall'area
di Genova.
Biella - La caduta
dell'occupazione industriale, malgrado la congiuntura economica favorevole,
viene compensata dall'espansione nei servizi, con un bilancio in pareggio
non esaltante in un contesto generale di crescita; invariato anche il quadro
dell'offerta di lavoro. La provincia perde posizioni nei confronti di Cuneo
ed Asti quanto a livelli di disoccupazione, che restano comunque minimi.
Vercelli - Una contenuta
espansione occupazionale, concentrata nelle altre attività e un
altrettanto limitata diminuzione delle persone in cerca di lavoro compongono
un quadro poco dinamico rispetto ad altre realtà, ma caratterizzato
da sostanziale solidità.