IVREA - Il Gruppo di
Ivrea della Sezione Italiana di Amnesty International, in collaborazione
con la Libreria Cossavella e con il patrocinio della Città di Ivrea,
organizza una serata di presentazione del libro "Non sopportiamo la tortura"
(Libri Illustrati Rizzoli 2000, a cura di Riccardo Noury, prefazione di
Luis Sepúlveda; introduzione di Pierre Sanè, pagg. 132, lire
39.000), che si terrà giovedì 1 marzo alle 21 nell'Antica
Sinagoga, in via Quattro Martiri.
Parteciperanno Riccardo
Noury, curatore del libro per Amnesty International, Carla Gottardi, già
Presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, e Fiorenzo
Grijuela, Sindaco della Città di Ivrea.
Il 18 ottobre 2000 Amnesty
International ha lanciato una campagna mondiale contro la tortura che si
concluderà nel mese di dicembre 2001.
Perché parlare
di tortura oggi? Nessuna Costituzione o legge nazionale prevede la tortura.
Per i portavoce dei governi, è un problema che non esiste. Eppure,
all'inizio del XXI secolo la tortura è praticata, in forma sistematica
o meno, in più della metà dei paesi del mondo. Nessuna area
del pianeta è "zona libera della tortura". Ogni giorno, in decine
di paesi, i governi combattono una guerra silenziosa contro nemici reali
e presunti, armati e inermi, pericolosi criminali e colpevoli di niente.
Mediante brutali percosse fisiche o più raffinate tecniche di distruzione
psicologica, la tortura uccide, sottomette, terrorizza, annichilisce.
Attraverso ricerche
sul campo e testimonianze dirette, questo volume descrive l'attuale diffusione
della tortura nel mondo, le tecniche più
utilizzate, i contributi perversi
che la medicina e la tecnologia mettono al suo servizio, l'articolato sistema
dell'impunità su cui si regge.
Al centro del libro
sono soprattutto le vittime della tortura. Vittime scelte perché
bersagli più facili (donne, bambini, stranieri...) o più
fastidiosi (i difensori dei diritti umani, coloro che denunciano la tortura).
Ma anche vittime casuali, perché quando la tortura colpisce "chi
non c'entra niente" allora può colpire chiunque. E ancora, vittime
della tradizione, di culture locali o di leggi di ispirazione religiosa...
Chi viene torturato,
a un dolore fisico lancinante aggiunge la sensazione che la sua storia
non verrà mai conosciuta. Rendere note le storie delle vittime della
tortura è un modo per rendere loro, almeno in piccola parte, giustizia.
Perché non vi
siano più vittime della tortura di cui raccontare le storie, la
tortura deve essere fermata. Deve essere fermata perché può
essere fermata. Nelle pagine finali del libro Amnesty International illustra
i più recenti sviluppi del diritto internazionale e presenta alcune
proposte concrete per porre fine a questa gravissima violazione dei fondamentali
diritti umani. "Non sopportiamo la tortura" intende essere uno degli strumenti
della campagna mondiale dell'organizzazione dedicata a questo obiettivo.
Sul sito web della
Sezione Italiana è presente un'ampia parte dedicata alla campagna
tortura, il cui indice si trova digitando il seguente url: http://www.amnesty.it/campaign/stop_torture_2000/index.php3:
è anche possibile, nell'apposita "area download", 'scaricare' i
volantini dei casi della campagna in formato PDF e gli appelli in formato
RTF. Inoltre, si possono firmare online i medesimi appelli.
Tutti gli interessati
sono invitati a partecipare all’incontro di giovedì. Per ulteriori
informazioni: 0349.8755539 - gr092@amnesty.it.