IVREA - HA PARLATO DEL DRAMMA DI UN POPOLO
Un uomo di cultura prestato alla politica
Kovacevic, oppositore al regime
     IVREA - Molto significativa la personalità di chi  è venuto, giovedì 22 a Ivrea, a parlarci dell’opposizione democratica in Serbia: Branislav Kovacevic non è un politico di professione, appartiene al mondo della cultura, è un attore che si è volto alla politica proprio per fare opposizione a Milosevic, convinto che di tutte le disgrazie che hanno colpito la sua terra (terremoti, inondazioni, ecc.) la peggiore è proprio Milosevic. 
       L’incontro è stato organizzato dal Comitato di Solidarietà con la ex Jugoslavia e dal Comune di Ivrea (che ha provveduto alle spese per il viaggio di Kovacevic) nella sala S. Marta e faceva seguito alle due giornate svoltesi ad Ancona sui temi “Pace, democrazia e cooperazione nei Balcani’’, cui il Comitato ha intensamente partecipato insieme a moltissime altre organizzazioni italiane e balcaniche. 
       La serata è stata aperta dal saluto dell’Amministrazione Comunale, portato dal consigliere Andrea Benedino, essendo il sindaco Grijuela impegnato a Roma per la vertenza dell’OP Computers, e dal Vescovo Arrigo Miglio (appena giunto anche lui da Roma), che ha avuto forti parole sui doveri della solidarietà e dell’impegno di tutti. 
       Kovacevic ha illustrato prima di tutto la situazione economica del suo paese con pochi e significativi dati: la sua città, Kragujevac, 200 mila abitanti, 120 km. a sud di Belgrado, oggi conta il 60% di disoccupati, il 40% lavorano senza stipendio. La sua maggiore fabbrica, la Zdastava, automobili, collegata con la Fiat, che negli anni ‘80 occupava 50 mila operai, è completamente distrutta, la sua produzione era già ferma prima dei bombardamenti; ora vi lavorano solo gli operai che sgombrano le macerie. Questa circostanza, ha notato Kovacevic, lo fa sentire particolarmente vicino ad Ivrea, in questi giorni di crisi per l’Olivetti. Gravissima è la situazione dell’energia elettrica a Kragujevac, malgrado le restrizioni operate nell’estate si prevede che quest’inverno non ci sarà riscaldamento (e si dovranno chiudere le scuole - ricordiamo che la città è sede universitaria ed ha un alto livello culturale). Inoltre la cittàè stata fortemente inquinata dalle fuoriuscite di materiali nocivi degli impianti industriali durante i bombardamenti. Dei quali Kovacevic dichiara di non avere il coraggio di parlare, tanta è la pena che il ricordo gli suscita. Ultimo motivo di aggravamento della situazione economica la presenza di 18 mila profughi dal Kossovo che si assommano ai 6 mila delle guerre precedenti. 
       Ma perché Milosevic non cade? E’ la domanda di tutti. 
       Perché Milosevic è andato al potere con metodi polizieschi, ha indottrinato profondamente tutta la popolazione, ha messo nei posti chiave tutti i suoi collaboratori, ha usato il nazionalismo a suo favore. Oggi ci sono i partiti, ma sono addirittura troppi, 200, e molti di questi simili nel nome e nei programmi, così da creare grande confusione (ad arte) nella popolazione; inoltre l’opposizione non ha mezzi per fare propaganda. Ma le cose stanno cambiando, Milosevic non ha più il seguito di prima, la sconfitta del Kossovo pesa, sono riprese le manifestazioni in piazza contro il governo. E’ vero che molte città importanti sono governate dall’opposizione, ma purtroppo i poteri locali sono debolissimi, la struttura dello stato è fortemente centralizzata, il mondo della cultura è diviso tra fautori e oppositori. La Chiesa ortodossa ha appoggiato in passato Milosevic, ma oggi gli ha chiesto di dimettersi. 
       Una parte molto interessante della conversazione di Kovacevic è stata dedicata alla presentazione del suo partito, la Coalizione della Sumadija (nome della regione), partito giovane, ma già numeroso di aderenti, che fa parte della più vasta associazione detta “Unione dei partiti democratici serbi’’, il suo programma è il superamento di tutti gli odi e le divisioni tra etnie e religioni, per una convivenza pacifica e rispettosa di tutte le idee. Per questo hanno sempre tenuto contatti anche con le minoranze ungheresi e islamiche della loro regione, oltre che con Rugova. Questo impegno totale per i diritti umani di tutti è la caratteristica di questa formazione politica, oggi in minoranza anche nell’opposizione e alla quale deve andare tutto il nostro appoggio, se si vuole che la Serbia e i Balcani cambino veramente volto. 
       Per il bene di tutto, perché, come ha concluso Kovacevic, la sfortuna degli altri è anche la nostra sfortuna. 
     
    liliana curzio