Apparentemente non ci sono novità nella vita politica. Ad un
osservatore attento però non possono sfuggire diverse manovre nel
sistema dei partiti e nel rapporto fra questi e i poteri sociali.
LA CRISI DELLA POLITICA
E' un tema che viene ripetuto spesso, ma la crisi della politica influisce
in maniera pesante sulla vita sociale. E' inutile ricordare come una delle
origini di questa crisi nasca dalle prepotenze dei partiti. Però
va sottolineato come questa crisi provochi dei vuoti nello svolgersi della
vita democratica. Il posto della politica viene preso da altri poteri sociali,
in primo luogo quelli economici. I poteri forti non sono "il grande vecchio"
del tempo delle BR, ma sono poteri individuabili, capaci di radunare intorno
ai propri interessi pressioni economiche, culturali e informative.
La crisi della politica non è esaltazione della libertà dell'individuo,
ma creazione di un totalitarismo tanto più grave quanto più
sotterraneo.
UN PROBLEMA ITALIANO
In Italia i poteri forti hanno sempre incontrato una grossa difficoltà.
Quella di ottenere una rappresentanza presentabile. La destra italiana
era o seria ma minoritaria o sguaiata e quindi perdente. Spesso pertanto
questi poteri si sono appoggiati a forze di centro-sinistra. Due sono le
conseguenze per i nostri giorni. La prima è che le destre si stanno
riorganizzando, almeno sul piano dell'immagine.. La seconda è che
le sinistre rischiano di perdere le loro caratteristiche e, soprattutto,
i loro ceti di riferimento. In queste manovre chi è assente
è l'intervento della cittadinanza.
MANOVRE FRA PARTITI
Come conseguenza di questa situazione noi assistiamo a manovre fra
partiti, all'interno dei Poli. Il centro-sinistra vive alla giornata.
Non ha spirito di iniziativa e cerca di adeguarsi - nell'economia e nella
politica sociale - alle forze dominanti. Manca comunque un programma
comune. Il centro-destra vive contraddizioni anche maggiori. Berlusconi
sente ormai come un peso l'alleanza con Fini. Vorrebbe mantenerne i voti,
ma non il peso politico. Pertanto Fini insiste sulla via dei referendum,
mentre Berlusconi cerca di rifare non il grande centro, ma la vecchia DC.
La riuscita del disegno di Berlusconi dipende da due fattori: allargare
il grande centro e far accettare un ruolo subalterno a Fini.
Cioè rifare la politica degli ultimi anni della prima repubblica.
Se il centro-sinistra non si sveglia potrebbe farcela.
CIAMPI
Intanto il presidente Ciampi continua a svolgere un ruolo attivo nella
politica italiana. Mi chiedo come mai i tanti critici di Scalfaro, molto
più discreto, non sentano di dover intervenire, Il Presidente deve
garantire il rispetto della Costituzione che c'è, non il suo cambiamento.
UN NUOVO ESERCITO
Sembra che si prepari un esercito di volontari. Ma si tratta di una
riforma meditata? e necessaria? anche dopo la Folgore?
beppe scapino
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