IVREA - UN INTERVENTO DELLA CARITAS
    Cosa succede in Kosovo a guerra ormai finita: 
    IVREA - Tutti abbiamo sentito parlare di cose "tremende e inaudite" che sono successe a distanza di poche centinaia di kilometri dalla nostra diocesi. Centinaia di persone e di famiglie sono state scacciate dalle loro case distrutte, sono fuggite da una guerra senza senso, sono fuggite dai massacri dei loro familiari, senza più niente che non fosse la loro povera vita, sono state ammassate come degli animali negli improvvisati "campi profughi" ai confini con l'Albania e la Macedonia. 
    Oggi la guerra è finita e la situazione è leggermente migliorata: la maggior parte dei kosovari-albanesi è rientrata in patria, ma la quantità di problemi creati da tale evento bellico è enorme, e c'è ancora bisogno di tanto aiuto. 
    Come potevamo comportarci? 
    Potevamo fare anche noi qualcosa di concreto, in prima persona? 
    Mentre la diplomazia vaticana continuava incessantemente la sua opera di pace, tutta la Chiesa si mobilitava in favore dei profughi. La nostra DIOCESI con l'aiuto del Gruppo obiettori della Caritas Diocesana ha deciso di contribuire alle iniziative di solidarietà che la CARITAS nazionale svolgeva in territorio albanese e kosovaro in collaborazione con le CARITAS della Jugoslavia e dell'Albania, attive da anni in quei territori martoriati, esperte e sensibili della problematiche di quelle popolazioni. Spesso i Direttori stessi delle Caritas locali sono dei missionari italiani. Fruttuosa è stata altresì la collaborazione con il Consorzio Italiano di Solidarietà che a Ivrea, con estrema solerzia, ha saputo organizzare diversi carichi e camion di aiuti. A distanza di alcuni mesi dall'avvio delle iniziative di aiuto alle persone in difficoltà per la guerra in Kossovo, la Caritas Diocesana Eporediese ed il Gruppo obiettori della Caritas medesima intendono rendere noti gli sviluppi di tali iniziative. 
    Ad oggi si può affermare che i fondi raccolti vengono spesi in progetti di riabilitazione delle strutture sanitarie di alcune Parrocchie, in progetti di ricostruzione delle case dei profughi già rientrati in patria, in un progetto di avvio di nuove attività lavorative, in sussidi per la continuità di strutture in via di sviluppo, in progetti di agronomia e di trasformazione del prodotto locale. 
    Alla fine del mese di luglio le offerte provenienti dalle diverse Parrocchie della Diocesi di Ivrea ammontavano a £. 74.603.000, mentre le offerte provenienti da singoli o altri enti ammontavano a £. 17.561.000. La raccolta degli abiti usati ha fruttato £. 3.700.000. 
    Come da tradizione le offerte inviate alla Caritas diocesana o direttamente alla Caritas Italiana per finalità specifiche, vengono riservate esclusivamente a tali finalità, è necessario però specificare che la Caritas Italiana - su autorizzazione della CEI - può trattenere sino ad un massimo del 5% sulle offerte per coprire i costi dell'organizzazione degli aiuti, mentre la Caritas Diocesana ha ritenuto opportuno non trattenere nulla sulle offerte ricevute. 
    Il Gruppo degli obiettori Caritas intende ringraziare tutti coloro che hanno contribuito e collaborato per la riuscita dell'iniziativa ed in particolare i sig. Sergio Mabritto e Nicola Gastaldo Brac per aver messo a disposizione il loro magazzino e il sig. Daniele Buracco per aver messo a disposizione i mezzi logistici. 
    Sicuramente sarà una goccia in mezzo al mare comunque siamo contenti di aver dato il nostro contributo personale. 

    caritas diocesana eporediese