• La Nota Politica 
    Il periodo estivo spesso segna una tregua nell'attività politica. Quest'anno non sono mancate però le polemiche. In particolare un tema, quello della cosiddetta par condicio nella campagna elettorale, ha toccato fili nascosti negli interessi dei nostri politici. Credo però che la chiave per comprendere la vita politica sia in visioni alternative della vita sociale, quella liberista e quella fondata su regole. 

    LIBERISMO O REGOLE 
       Il liberismo, cioè l'ideologia oggi dominante, perché si nasconde sotto ragioni di necessità economica, esalta i valori e gli interessi del privato. Ogni regola diventa una costrizione. Evidentemente ogni sistema che accetta l'impostazione liberista accetta la supremazia di chi socialmente - economicamente e culturalmente - è più forte. Ed è anche evidente che ogni forza politica che tenti di imporre delle regole alle competizioni politiche, economiche e sociali rischi di essere accusata in questi tempi di comunismo. Ma il liberismo non è sinonimo di libertà. Questa premessa mi pare necessaria per capire la posta in gioco nei dibattiti politici di questo tempo. 

    LA PAR CONDICIO 
       Un primo tema di discussione concerne le regole della competizione elettorale. Un sistema democratico richiede che l'elettore possa scegliere fra proposte che conosce, non fra spot più o meno efficaci. Ma nella situazione italiana la par condicio nasconde un tema più serio che la destra per interesse e la sinistra per paura non hanno affrontato. E' quello del conflitto di interessi. Si tratta di un'anomalia italiana che non ha riscontri in altri Paesi occidentali. Pensiamo che negli Usa Carter dovette cedere "al buio'' la sua impresa di arachidi! Non si trattava di mass-media. 

    IL WELFARE STATE 
       Altro tema scottante sono le pensioni. Sembra che la crisi odierna e le difficoltà future dipendano dal sistema pensionistico. Accanto alla critica delle pensioni poi cresce la critica a tutto il sistema dello Stato sociale (il Welfare State), partendo dal sistema sanitario. Due premesse vanno sottolineate. La prima è che il sistema socio-economico ha oggi caratteristiche nuove per cui certe forme di difesa dei più deboli possono essere inefficaci. 
       La seconda è che non sempre crescita del sistema significa crescita di chi vive in quel sistema. La politica deve tenere conto sia dei cambiamenti strutturali, sia di tutte le componenti del sistema sociale, non solo della Borsa o della Confindustria. Un'altra considerazione va aggiunta: ogni riforma richiede un certo consenso. Ma è possibile un consenso - so che così si rischia la demagogia, ma i dati non li invento io - quando si scopre che il Ministro Amato ha una pensione lorda di più di 441 milioni annui, il Ministro Dini di più di 650 milioni e il Presidente Ciampi di più di 852 milioni! 
       Forse il rilancio dell'economia e dell'occupazione deve tenere conto di diversi aspetti. Non solo eliminare quelli che sono i frutti dei diritti acquisiti con fatica dai cittadini. Perché questo è il senso del Welfare. 

    beppe scapino