-
La Nota Politica del
del 25 giugno 1999
Le recenti elezioni hanno reso il clima
politico pieno di incertezze. Discussioni, sen-za neppure attendere l'esito
dei ballottaggi, nei partiti e nei poli. La Bonino che mira a sfruttare
il suo successo. Novità nel governo. Riforme proposte e da proporre.
UN SISTEMA POLITICO
INCERTO
Sia il Centro-sinistra, sia il Polo
vivono dilemmi comuni. Esiste un partito o un per-sonaggio egemone (DS
e FI o Berlusconi). Accanto esistono formazioni più o meno consistenti
(Asinello, PPI, AN, ecc.) che pretendono una autonomia e che quindi ri-vendicano
di fatto rapporti più paritari all'interno delle rispettive coalizioni.
Infine esistono raggruppamenti pronti a inserirsi nel gioco sparigliando
la partita (RC, Le-ga e alcuni partitini di centro). Il risultato è
una politica che spesso vive alla gior-nata e che, soprattutto, è
soggetta a ricatti vari. L'unica soluzione - almeno se persi-ste il maggioritario
- è la creazione di coalizioni con linee programmatiche chiare e
con formazioni politiche unite da un vincolo sicuro. E non esiste riforma
strutturale che possa condurre a questo risultato.
LA VITTORIA DELLA
BONINO
La Bonino ha conseguito un buon successo
elettorale, anche se la sua vittoria è stata sopravvalutata. Infatti
è difficile pensare che essa possa incidere sul Parlamento eu-ropeo.
Gli unici risultati ai quali può mirare sono la ricerca di una carica
interna-zionale e far fruttare i suoi voti in Italia giostrando fra destra
e sinistra, secondo la formula di Pannella. I moralisti antipartito non
si rendono conto che così si da un contributo al malcostume politico,
cioè alla ricerca di poltrone e al trasformismo.
NOVITA' NEL GOVERNO
Intanto Bassolino lascia il ministero
del lavoro a Salvi e Maccanico assume il dica-stero delle riforme. Non
sono decisioni insignificanti. Probabilmente la decisione di Bassolino
nasce da una crescente instabilità del governo. Con Maccanico invece
D'Alema cerca di cooptare l'Asinello nel governo. Due segnali comunque
di insicu-rezza.
RIFORME?
D'Alema apre le discussioni sul DPEF
(documento di programmazione economico e finanziaria) chiedendo scelte
coraggiose. E' inutile discutere un documento che an-cora non esiste, però
le prospettive ricalcano il cammino verso il liberismo che ca-ratterizza
gran parte della sinistra europea sconfitta di recente. Semplificando i
pro-blemi potremmo dire che esiste una classe (finanza e imprenditoria)
che è sciolta da regole e da impegni. Ed esiste un'altra classe
(lavoratori, pensionati, disoccupati) chiamati a subire regole continue
(flessibilità, tagli agli accordi stabiliti, calo di di-ritti umani,
ecc.). E' fatale o è frutto di un progressismo succube dei poteri
forti eco-nomici e finanziari? Un'altra riforma che suscita polemiche è
quella della sanità. Anche qui fermiamoci al dilemma di base. La
salute è un bene del cittadino o un privilegio del ricco? La risposta
alla domanda guiderà le valutazioni di tutti.
beppe scapino |