LE NUOVE ROTTE DI MALPENSA 2000 IMPEDISCONO L'USO DEI CANNONI
     
    Consorzi antigrandine in Canavese
     
    EPOREDIESE - Arriva nelle aule romane di Palazzo Madama il caso dei cannoni antigrandine, fino all’anno scorso utilizzati in una ventina di Comuni dell’eporediese per evitare i danni delle grandinate e da quest’anno vietati dall’Enav (Ente Nazionale Aviazione Civile) per le rotte di Malpensa 2000. I Senatori canavesani Livio Besso Cordero e Giancarlo Tapparo hanno presentato un’interrogazione urgente al Ministro per le Politiche Agricole ed al Ministro dei Trasporti. 
       “Tale provvedimento - scrivono i parlamentari - ha gravi implicazioni per i sicuri danni ai raccolti che possono derivare dalla grandine, vanificando mesi di duro lavoro ai produttori e discriminando all’interno dello stesso settore chi è colpito da questo provvedimento ed ha come unica soluzione possibile la stipula di costose assicurazioni’’. Per questo si chiede ai ministri di intervenire. 
       “Chiediamo quali siano i provvedimenti che si intendono assumere per ripristinare la situazione originaria’’. Ma intanto hanno deciso di passare al contrattacco anche i 3 Consorzi (quello di Cossano, quello di Lessolo, Fiorano, Alice ed il Consorzio Medio Canavese, composto da 15 Comuni) che, da diversi anni, gestiscono le oltre 60 postazioni che sparano nelle nubi le testate al tritolo. 
       “Stiamo imbastendo una vertenza legale - spiega Elio Ottino, Sindaco di Salerano e Presidente del Consorzio Medio Canavese -. Vogliamo tutelare i nostri interessi in tutte le sedi possibili’’. Destinatari della vertenza sono l’Enav e Malpensa 2000: è stata l’entrata in funzione del nuovo aeroporto, infatti, a determinare il divieto di utilizzo dei razzi antigrandine, per il rischio che interferiscono sulle rotte. I Presidenti dei 3 Consorzi (oltre ad Elio Ottino sono il parroco di Lessolo, Don Angelo Giacometto e Leonardo Avetta di Cossano) hanno ora chiesto un incontro urgente con i Presidenti e gli assessori all’Agricoltura di Regione e Provincia. “L’efficacia preventiva dei razzi antigrandine - scrivono in un documento congiunto - è stata ampiamente dimostrata. Per questo vogliamo discutere al più presto della situazione che si è creata, anche per valutare insieme possibili alternative che ci consentano di ripristinare questo servizio’’. 
       Una delle alternative potrebbe essere l’uso di razzi ad onda d’urto; l’installazione dei cannoni necessari, però, comporterebbe una spesa di due miliardi e mezzo. “I Comuni, da soli, non sono in grado di affrontare simili oneri finanziari’’ - dicono i Presidenti dei 3 Consorzi -. Si punta quindi ad ottenere un contributo sostanzioso (per almeno due terzi della spesa) proprio da Regione e Provincia. “Altrimenti saremo costretti ad aprire una vertenza e chiedere i danni’’.