•  Per le strade del mondo
    Il nuovo arcovescovo di Torino 
      
    Così finalmente Torino ha il nuovo Arcivescovo, tradizionalmente Presidente della Conferenza dei vescovi piemontesi. Le condizioni di salute del Card. Saldarini, ormai prossimo alla pensione anche per l’età (è del 1924), facevano prevedere imminente l’annuncio, che è stato dato a mezzogiorno di sabato 19 giugno contemporaneamente alla Consolata di Torino, dove ricorreva la solennità della Patrona della diocesi, e ad Asti. Proprio perché è stato nominato Arcivescovo di Torino Mons. Severino Poletto, vescovo appunto di Asti. 
       Le voci correvano da tempo, ma includevano, sì, anche il nome di Mons. Poletto insieme a quello di alcuni altri vescovi del Piemonte, ma si allargavano anche ad altre personalità ecclesiastiche, anche di alto livello romano, nella considerazione che l’Arcivescovo di Torino normalmente viene poi elevato al Cardinalato, e dunque poteva essere designato qualcuno in vista di tale promozione prima ancora che per una competenza specificamente pastorale. 
       Mons. Poletto invece viene - si direbbe - dalla gavetta. Trapiantato con la famiglia dal Veneto quand’era ancora bambino è cresciuto a Casale Monferrato, dov’è diventato sacerdote e parroco di una parrocchia molto popolare alla periferia della città (chiamò anche me a parlare, agl’inizi del mio ministero ad Ivrea). I giornali hanno fatto conoscere che, per essere più vicino alla sua gente, volle anche lavorare come dipendente in una piccola azienda del luogo pur continuando il ministero parrocchiale. Fu poi vescovo prima a Fossano poi ad Asti, la diocesi del Segretario di Stato del Papa, il Card. Sodano, che ha avuto modo così di conoscerlo e di apprezzarlo, e che ovviamente non sarà estraneo alla sua promozione. 
       I vescovi piemontesi saran lieti che sia stato scelto per Torino uno di loro, che già conoscono e a cui sono amici, anche perché per lunghi anni è stato zelante Segretario della nostra Conferenza Episcopale Regionale. Anch’io ero stato da lui invitato più volte a Fossano e ad Asti, e ho sempre ammirato le iniziative tese a coinvolgere clero e fedeli in attività di approfondimento della fede e di servizio reciproco. In particolare s’era dedicato alla pastorale della famiglia, divendendone responsabile anche sul piano nazionale. 
       Non so se Torino aspettasse un pastore più... titolato; ma avrà certamente un “pastore”, che saprà far sviluppare tanti dinamismi che ha la grande Archidiocesi centro e guida del Piemonte, dinamismi che se esplosero nel secolo scorso per opera di tanti Santi (dal Cafasso al Cottolengo, da don Bosco al Murialdo, per citare i più noti) son sempre rimaste tipiche come manifestazione di santità e di socialità, e che sapranno rivelarsi certamente ancora una volta nella prossima Ostensione della Sindone, occasione per una nuova riflessione e un nuovo rilancio.. 
       Mons. Severino, fraterni auguri e tante preghiere. 

    +luigi bettazzi