E' evidente che il tema sul quale riflettere questa settimana è
dato dall'esito delle elezioni per il Parlamento europeo. Penso che i dati
siano conosciuti e che, quin-di, non debbano essere ripetuti
IL PARLAMENTO EUROPEO
Le elezioni per il nuovo Parlamento europeo hanno visto in molti Stati
- non in Italia - un'affluenza limitata. Segno che non è ancora
chiara l'importanza di que-sta istituzione. I risultati vedono un successo
dei Popolari che sorpassano i So-cialisti ma che non raggiungono la maggioranza
assoluta. Un parlamento che avrà una vita difficile. Dal punto di
vista politico due sono le considerazioni im-portanti. La prima è
la sconfitta delle sinistre, eccetto che in Francia. Bisogna ri-cordare
che la sinistra francese è quella che meno si è lasciata
attirare dalle sirene del liberismo. Basta ricordare la questione delle
35 ore. La seconda è il sorpasso dei Popolari che rischiano oggi
seri problemi di identità. sono tentati infatti di trasformarsi
nel partito conservatore - come l'inclusione di FI farebbe capire -; così
perderebbero le radici del cristianesimo democratico, testimoniate dai
tanti partiti popolari partecipi di governi di centro-sinistra. La conseguenza
consiste-rebbe in una deviazione del popolarismo dal centro alla destra.
IN ITALIA
Il voto in Italia ricalca i temi europei con qualche particolarità.
Rimane però dif-ficile analizzarlo nei termini della politica italiana,
anche perché si è votato con la proporzionale. Alcune annotazioni
possiamo farle. La prima è che hanno avuto successo i partiti deboli
come organizzazione ma con leader visibili (FI, Demo-cratici, per Bonino):
forse i leader contano più dei programmi. La seconda è che
i partiti tradizionali sono calati, segno di una diminuizione dell'interesse
politico. La terza - ed è il motivo più positivo - è
che sono stati sconfitti i partiti opportu-nisti, banderuola: dai Segni
ai Mastella, Buttiglione e altri. Si imparerà il valore della coerenza?
Fatte queste considerazioni rimane difficile ampliare le analisi: l'esito
delle amministrative sembra limitare quello delle europee. In ogni caso
non esiste nessun motivo serio perché le europee impongano nuove
elezioni o nuovi governi.
IL POLO
Le europee rafforzano la leadership di Berlusconi, impongono FI come
primo partito italiano (in ripresa dalle politiche ma in discesa dalle
precedenti europee), ma accentuano i dissidi con AN. Soprattutto rimane
l'incognita della Bonino: FI deve scegliere fra i legami con il PPE o con
la Radicale. Inoltre complessiva-mente il Polo non ha superato il Centro-sinistra.
IL CENTRO-SINISTRA
Il Centro-sinistra ha raggiunto l'obiettivo minimale che gli era stato
posto: supe-rare il 40%. Però ha visto un calo vistoso dei DS -
frutto di testardaggine egemo-nica -, un successo dell'Asinello, che chiede
una nuova politica in senso bipolare, e l'insuccesso degli alleati minori.
Insuccesso pericoloso se conduce a rivalse. Questo è il vero pericolo
per D'Alema oggi.
beppe scapino
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