SCARMAGNO - Ha il sapore dell’ultima spiaggia, il tavolo di crisi che si riunisce oggi pomeriggio, alle 15, in Prefettura a Torino, per la situazione della Op Computers. Con ongi probabilità, infatti, si tratta dell’ultima occasione per far rispettare alle parti in causa gli impegni presi in tribunale, al momento dell’ammissione all’amministrazione controllata. Impegni che dovranno farsi concreti nell’assemblea degli azionisti dell’azienda di Scarmagno prevista (in seconda convocazione) per il 3 maggio.

"Sono due le condizioni che devono assolutamente verificarsi - dicono i sindacati -. L’arrivo di un partner, purchè serio e credibile, e il riassetto societario, con il ridimensionamento di Gottesman". E’ questo, inoltre, l’unico modo per sbloccare il finanziamento di 50 miliardi promesso da Olivetti. "Se dall’assemblea degli azionisti - proseguono - non emergerà questa situazione, i commissari giudiziali non potranno far altro che decretare il fallimento dell’azienda".

Op Computers, quindi, esattamente un anno dopo l’inizio di quest’ultima crisi (il 2 maggio 1998 fu annunciata la messa in cassa integrazione per 450 lavoratori), attraversa nuovamente un periodo nero. A Scarmagno la rabbia è tanta, e lo si è visto anche nell’ultima assemblea aperta, organizzata lo scorso lunedì insieme a uno sciopero di tutti i lavoratori del gruppo Olivetti. Nel mirino, ora, finiscono soprattutto le istituzioni: a partire da Palazzo Chigi, già destinatario di oltre 300 certificati elettorali inutilizzati al referendum.

"Il Governo - recita il documento di un gruppo di lavoratori - prima ha avallato la vendita di Op da Olivetti a Gottesman, poi ha sottoscritto l’accordo del settembre scorso. Da allora è iniziata la fase di latitanza che oggi, a pochi giorni dal possibile fallimento dell’azienda, genera in noi sfiducia e rabbia".

Critiche vengono mosse anche nei confronti delle istituzioni locali, Comune di Ivrea e Provincia, accusate di essere diventate filo-Olivetti.

"E’ vero, ci sono stati errori e latitanze - ammette il deputato Giorgio Panattoni -, e questo Governo sovente non si è mostrato all’altezza dei suoi compiti. Malgrado tutto, però, siamo ancora qui a lottare". E si rivolge soprattutto al tribunale: "Non può dichiarare il fallimento della Op Computers, senza che Olivetti abbia dato i 50 miliardi che ha promesso".

i.g.