PROSPETTIVE
INCERTE
La guerra della Nato contro la Serbia prosegue con prospettive incerte.
Un conflitto può essere superato o attraverso una mediazione che
permetta un’uscita onorevole a ciascun contendente o attraverso l’eliminazione
di uno dei contendenti. Ma la la situazione attuale non prevede nessuna
delle due alternative. Infatti diventa difficile pensare ad un compromesso
fra Nato e Milosevic. Ma anche l’eliminazione del leader serbo creerebbe
tensioni non controllabili per il mondo slavo. In questo contesto possono
trovare sostegno sia le iniziative dell’Onu, che darebbero legittimazione
all’intervento della Nato, sia, e soprattutto, le mediazioni della Russia.
L’azione della diplomazia si svolge entro margini ristretti, ma guai se
fallisse.
ANTIAMERICANISMO
I dubbi e le proteste contro l’intervento Nato sono spesso bollati come
espressione di un antiamericanismo viscerale, residuo del catto-comunismo.
E la politica italiana sarebbe poco affidabile per questa zavorra.
Mi pare che questa analisi e queste accuse siano superficiali e ambigue.
Le critiche all’intervento Nato e le richieste di cercare una soluzione
diplomatica, e cioè politica, alla crisi sono fondate in primo luogo
su dubbi riguardanti la legittimità della Nato ad intervenire in
questo conflitto. In secondo luogo sulla validità dei mezzi impiegati.
In terzo luogo sul grado di coinvolgimento degli alleati nelle decisioni
prese dagli Usa. Credo che sia l’Italia, sia l’Europa abbiano non solo
il diritto, ma anche il dovere di esprimere il proprio punto di vista.
Altrimenti sono colonie civili.
UN REFERENDUM NORMALE
Intanto domenica si svolgono le votazioni per il referendum che mira
ad abolire il criterio proporzionale nell’elezione di 155 deputati. Cosa
significa parlare di un referendum normale? Significa limitare la discussione
al contenuto del quesito e all’effetto del voto. Purtroppo non è
così. Al voto infatti viene attribuito un significato che è
sganciato dal contenuto e che, a seconda delle parti, porterebbe ad un
rinnovamento del sistema politico o a un restringimento della democrazia.
Penso che questo sia un atteggiamento grave e demagogico.
IL CONTENUTO DEL VOTO
Il referendum ci invita dunque a decidere se vogliamo mantenere per
l’elezione di un quarto dei deputati il sistema proporzionale o se vogliamo
che questo quarto venga costituito dagli sconfitti che hanno avuto le percentuali
più alte. Ulteriori sviluppi della legge elettorale non vengono
decisi dal referendum ma eventualmente dal Parlamento. Vorrei anche aggiungere
che la scelta di non votare nel referendum ha un senso diverso rispetto
alle elezioni politiche e amministrative. Il non voto equivale alla non
firma per richiedere i quesiti referendari e appartiene ai diritti e ai
doveri del cittadino. In ogni caso il referendum non va mitizzato.
beppe scapino
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