LA GUERRA CONTINUA La guerra continua ed ogni spiraglio diplomatico sembra chiuso. Ed è
una guerra che è nata con molte contraddizioni: incertezze sugli
obiettivi, dubbi sulla legittimità, buio sugli sviluppi possibili.
Il susseguirsi degli eventi ha accentuato queste contraddizioni. Appare
sempre meno rilevante l’azione umanitaria rispetto agli obiettivi politici.
L’ex-Jugoslavia si è dissolta seguendo alcune costanti:
La questione del kosovo nasce in questo contesto: il disfacimento. In
questa regione la maggioranza della popolazione è albanese (il 90%).
Nello stesso tempo la popoliìzione serba vede in questa terra
- probabilmente senza nessun valido fondamento storico - il luogo della
propria origine. Milosevic per affermare il nazionalismo serbo elimina
le condizioni di autonomia degli albanesi. La repressione serba è
feroce - ma forse non più di altre -. è fuori d’ogni
dubbio che va fermata. Ma come e da chi?
L’occidente non ha i titoli per poter apparire una forza al di
sopra delle parti. L’intervento Nato è una dimostrazione di potenza
più che una soluzione del conflitto. In altri termini il Kosovo
appare più il pretesto per schiacciare i popoli slavi che non per
creare una situazione di pace. E questo intervento non prepara un futuro
piu tranquillo. Diverso sarebbe il giudizio se si fosse dato un ruolo più
importante alla Russia.
La posizione italiana è condizionata dal dominio USA. Soltanto
una maggior autonomia europea potrebbe pesare nelle decisioni Nato. Ma
pur con questo limite il nostro governo si è distinto per stimolare
iniziative (diplomatiche e per interventi di sostegno ai profughi. Forse
va anche riconosciuto il merito ai pacifisti ed a quanti nella maggioranza
hanno espresso una voce critica. Rimane però il problema di un nuovo
Governo della politica mondiale.
Non rimane spazio per parlare dcl referendum. Mi pare fondato il timore
che si voti più sotto l’impulso di slogan che di ragionamenti. Va
ricordata anche la possibilità di non andare a votare.
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