I silos (o sylos)
del porto di Civitavecchia sono stati la struttura più caratterizzante dello
scalo per quasi 90 anni fino alla loro demolizione. Vennero impiegati per lo
stoccaggio del grano e in minima parte granturco proveniente via mare. Non si
conosce con esattezza la data di costruzione che dovrebbe essere tra il 1925 ed
il 1927. Una cartolina viaggiata nel 1928 (vedi immagine qui accanto) mostra i
silos già a costruzione ultimata e di certo in funzione.
Il porto di
Civitavecchia negli anni 20 fu interessato da grandi lavori infrastrutturali
come la realizzazione di raccordi ferroviari, l'allargamento di alcune banchine
e della nuova barriera frangiflutti a protezione dello scalo che si era
ampliato. Il molo del Bicchiere, la vecchia banchina curva che funzionava anche
da barriera di protezione dal mare realizzata in epoca romana, viene allargata e
raccordata al resto dello scalo. Vennero demoliti le fortificazioni di epoca
romana presenti, appunto il fortino del Bicchiere.
Su questa banchina, servita
anche da alcuni binari ferroviari che la collegavano alla vicina stazione ferroviaria,
vennero appunto realizzati i silos insieme ad altre strutture e attività come i
magazzini del sale e la fabbrica per la lavorazione del baccalà (costruita dopo
alcuni anni rispetto ai silos del grano). I silos costituirono la struttura più
imponente della banchina ma anche di tutto il porto negli anni a seguire;
infatti con un'altezza di oltre 30 metri erano visibili un pò da tutta la città.
La parte più alta era costituita dal torrino dell'impianto di salita per il
riempimento degli enormi serbatoi realizzati come tutto il resto della struttura
in muratura. L'impianto venne dotato da subito di moderni dispositivi per lo
scarico del grano: una serie di particolari nastri trasportatori montati su
bracci mobili sorrette da 4 gru mobili su binario, permettevano una grande velocità di
scarico dalle navi seppur il lavoro manuale nelle stive era necessario per
spingere il grano verso il punto di presa quando il carico della stiva era
prossimo a raggiungere il fondo. Questi impianti erano presenti solo
sul lato mare della banchina.
Il grano prelevato dalle
stive veniva filtrato e scaricato in un pozzo di raccolta sulla banchina, una
specie di teleferica con secchielli portava il grano fino alla sommità della
struttura, dove con tubazioni sotto pressione, veniva scaricato negli enormi
cilindri direttamente dalla sommità. La capacità complessiva dell'impianto
era di 11.000 tonnellate. Tutti i macchinari erano a trazione elettrica, ad
eccezione di alcune gru con trazione a vapore.
Lo scarico dai silos
avveniva a caduta direttamente alla parte bassa del cilindro, qui si procedeva
all'insacchettamento per il trasporto verso i mulini mediante trasporto su
strada e maggiormente su ferrovia per raggiungere destinazioni più lontane.
I silos, come il resto del
porto di Civitavecchia, subirono la quasi totale distruzione da parte dei
bombardamenti aerei della Seconda Guerra mondiale.
Vennero ricostruiti appena terminata la guerra
in una struttura in muratura pressoché uguale per dimensioni a quella originale: cambia però
lo stile architettonico questa volta molto più industriale e meno armonico, dove
i cilindri vengono messi in vista: se ne contano due serie da 9. Nella parte
all'inizio della banchina viene costruito l'edificio dei servizi per il
funzionamento dei silos. Anche stavolta, il torrino sarà la parte più alta: oltre 40 metri.
A metà degli anni 60 i silos vengono prolungati
nella parte rimasta libera dai magazzini del sale che nella ricostruzione presero
invece
il posto della fabbrica del baccalà che era ubicata proprio sulla punta del
molo. Altre due serie di 19
cilindri, di minor altezza rispetto ai precedenti, e un nuovo torrino per l'impianto di salita
della nuova parte verrà costruito
di fianco al torrino già esistente.
Questa struttura così costituita rimarrà
inalterata fino alla sua demolizione avvenuta ad opera dell'Autorità Portuale di
Civitavecchia in appena 60 giorni nell'aprile 2012. La vecchia banchina del
Bicchiere, liberata dall'imponente struttura ormai sproporzionata come
dimensioni alle nuove quantità di traffici e sopratutto con impianti ormai
obsoleti, ospiterà moderne e funzionali strutture a servizio dei traffici
passeggeri e crocieristici che ormai sono presenti in questa zona del porto
storico.
21 marzo 2012: le
ultime immagini prima della demolizione
Testo e progetto HTML Stefano Foschi, agosto 2012
Immagini d'epoca
da cartoline postali collezione Stefano Foschi
Fotografie
Gigi Seghenzi, Riccardo De Paola
Bibliografia
CIVITAVECCHIA, vedetta imperiale sul mare latino - edizioni Latina Gens,
Roma 1932 IL PORTO DI CIVITAVECCHIA - Bollettino portuale,
Civitavecchia 1968
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