Le ferriere di Ronciglione
Dalle poche notizie delle industrie romane nel periodo pontificio, si puo' vedere come
queste furono minimamente influenzate dalla "rivoluzione industriale"
avvenuta per altre realta' italiane come Lombardia, Piemonte e la Toscana.
Nel periodo francese l'industria siderurgica romana era presente con impianti nella
zona di Viterbo, quella di Bracciano, Tivoli e Subiaco.
Minerali di ferro venivano estratti nella zona di Monteleone e Tolfa.
Le antiche miniere di Monteleone in Umbria, rimesse in attivita' dallo
Stato Pontificio nel 1794, vengono sfruttate fino all'esaurimento con la fornitura
alla ferriera di Terni intorno al 1810.
Le miniere di Tolfa, con una estrazione piu' povera, riescono a difficolta' a fornire
ferro ai soli impianti di Viterbo e Bracciano; gli altri impianti lavorano materia
prima proveninte addirittura dall'isola d'Elba con aggravio sui costi di trasporto e di dogana.
Ronciglione visto dal vallone creato dal Rio Vicano in una cartolina dei primi
anni del 1900
Il minerale, una volta estratto subiva il procedimento di cottura in forni fusori e da cui si
otteneva il "ferraccio" un prodotto molto vicino alla ghisa. Successivamente questo veniva portato
alle ferriere per la trasformazione in ferro lavorabile presso
impianti per filiere o lamerie per ottenere rispetivamente fili o lamine.
Vicino alle ferriere spesso sorgevano ramerie, impianti atti alla lavorazione del
rame da recupero dai processi di raffinazione del ferro.
I principali forni fusori erano quelli di Bracciano e soprattutto di Canino:
il "ferraccio" qui prodotto andra' a rifornire gli impianti di
Viterbo, Sutri e in special modo di Ronciglione.
La Santa Sede, su Ronciglione, probabilmente gia' sede di ferriere dal 1300,
ha sempre riversato il suo interesse. Posizionata
sulle pendici del lago Vico su fertili terreni di origine vulcanica e di ricche falde acquifere
a ridosso della via Cimina.
Malgrado l'industria ronciglionese, come per altri impianti in Italia, limitata nello
sviluppo a causa della forte dipendenza nel reperire fonti di energia termica e meccanica,
predominera' tra il 1700 e il 1800 nel panorama industriale romano.
La quasi totalità delle industrie, ferriere per prime, erano situate lungo il
corso d'acqua del Rio Vicano, un torrente che nasce dal vicino lago di Vico, dove gli etruschi
scavarono artificialmente un canale sotterraneo per abbassare il livello delle acque di una ventina di metri.
Nel 1500 i Farnese perfezionarono il canale per aumentare ancora piu' la quantità d'acqua per alimentare
le industie e posizionarono una chiusa tutt'ora esitente.
Le bellissime architetture di Ronciglione nei primi anni del 1900: Corso Umberto I°, la porta del Vignola e Piazza Vittorio Emanuele.
Ronciglione, rispetto ad altri centri vicini e anche di tutto il viterbese, la cui economia
si basava prettamente sull'agricoltura, avra' un grande sviluppo industriale e anche artigianale
non solo nel campo siderurgico.
Il tenore di vita e la potenzialita' dell'economia di Ronciglione dara' il via ad una
massiccia immigrazione, proveniente maggiormente dal nord Italia.
I prodotti delle ferriere di Ronciglione erano destinati per la maggior parte al mercato di Roma:
questi erano costituti da armi, chiodi, serrature, attrezzi agrioli, battagli per campane. Nel
1585 da qui partì tutto il materiale e le macchine per mettere in sito l'obelisco in piazza S. Pietro,
una delle opere ingneristiche piu' ardite del momento.
Ronciglione e i suoi territori circostanti nel 1521 passarono sotto la guida dei Farnese che
nel 1545 diedero vita al Ducato di Castro e Ronciglione.
L'abitato ebbe uno sviluppo senza uguali. Nacquero accademie e stamperie, si riorganizzo'
l'attivita' agricola e si diede impulso a quella industriale.
Si migliorarono le vie di comunicazione oltre all'arricchimento del tessuto urbano con
palazzi, chiese, fontane. Non manco' l'opera di riorganizzazione delle vecchie ferriere e la
realizzazione di nuove. Alla fine del governo farnesiano Ronciglione contava una ventina tra
ferriere, lamerie e filire, oltre a ramerie, cartiere, polveriere e mole.
Nel 1649 il Ducato venne ripreso da Urbano VIII preoccupato dai paurosi debiti fatti dai Farnese per
i loro grandiosi programmi di sviluppo e la Reverenda Camera Apostolica concesse in appalto
l'intero Ducato, a cui entrarono a far parte altre 9 citta', a diverse personalita'.
Nel 1748 vennero emanate norme per la commercializzazione del ferro nello Stato Pontificio con azioni di
protezione doganale. Senz'altro un grosso vantaggio per il momento, ma che portò poi le industrie ronciglionesi,
ormai abituate a lavorare senza concorrenza, ad una vita difficile sul nuovo mercato industriale che era nato nel resto
d'Italia.
In quest'epoca nelle ferriere camerali si producevano oltre 2 milioni di libbre di ferro.
Intorno al 1780 si effettuarono esperimenti per la produzione di acciaio con "ferraccio"
proveniente dall'Elba tramite il porto di Corneto (oggi Tarquinia).
In seguito all'occupazione francese di Roma,
tra i beni da pagare per liberare la citta' figurano alcune ferriere camerali e il forno fusorio di Canino.
I francesi per recuperare denaro vendettero queste a basso costo ad alcuni imprenditori.
Con la caduta della Republica Romana, il governo pontificio si riapproprio' degli impianti con
l'esproprio sugli imprenditori, con la motivazione dell'invalidita' dell'acquisto dai francesi.
Nel 1809 con l'annessione dello stato Pontificio al Regno d'Italia, le ferriere di Ronciglione
non riescono piu' a risollevarsi, lasciando spazio alle industrie di Terni, già iniziate sotto la guida di un
imprenditore ronciglionese, Pier Luigi Mariani, che diverranno poi uno dei colossi della siderurgia italiana.
Malgrado nessun tentativo di seguire il processo tecnologico, alcune ferriere riusciranno a giungere quasi ai giorni
nostri.
Il lago di Vico, qui nasce il Rio Vicano.
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Galleria
fotografica delle ferriere oggi
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Si
ringrazia il Sig. Raimondo Chiricozzi per l'indispensabile aiuto fornito
alla realizzazione di questa pagina
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Testo e HTML Project
Stefano Foschi, Novembre 2006
Foto d'epoca per gentile concessione di Gianfranco Rinia e Raimondo Chiricozzi
Altre Foto
Raimondo Chiricozzi
Bibliografia
Rosella Castori e Stefania Ragonesi, Le ferriere di Ronciglione - Copediser, Ronciglione 1991
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