Il cementificio di Civitavecchia

Nel  1896 la "Società Anonima Fabbrica Calce e Cementi" di Casale Monferrato, nell'intento di ampliare la sua rete di impianti di produzione, localizzò nella zona di Civitavecchia importanti giacimenti di calcare particolarmente adatti alla produzione di cemento Portland artificiale.
Civitavecchia venne scelta anche per la sua posizione centrale, la vicinanza con Roma già collegata con la ferrovia, e soprattutto per la possibilità del trasporto via mare. Infatti i prodotti della "Società Anonima Fabbrica Calce e Cementi" raggiungeranno in grosse quantità la Sardegna e la Sicilia direttamente dal porto di Civitavecchia. La scelta indovinata di Civitavecchia è dimostrata anche dal fatto che dopo solo due anni, anche l'intraprendente cementiere Giuseppe Cerrano, costruirà a poca . distanza da qui, a Santa Marinella, un altro cementificio.


La cementeria di Civitavecchia.

Per la costruzione del cementificio, la "Società Anonima Fabbrica Calce e Cementi" aveva dapprima individuato un'area di 42000 ettari lungo la costa e attraversata dalla strada per Tarquinia in prossimità della struttura del penitenziario del Bagno Penale. Trovando però complicanze con il Demanio, la Capitaneria di Porto e il Ministero della Giustizia, optò per un'area di 36.000 metri quadri, in cui durante i lavori di costruzione, fu anche rinvenuto un interessante giacimento calcareo studiato con cura negli impianti di Casale Monferrato.
L'area, acquistata dalla Marchesa Cabrini, si estendeva a monte della "scesa di Scannagrillo o di Caterinaccia".

Il progetto della nuova cementeria è opera dell'Ing. Adolfo Pellegrini e dell'Ing. Virgilio De Mattei, rispettivamente Presidente e Direttore della società. Il progetto prevedeva una spesa di L. 320.000 per costruire un impianto per una produzione annua di 10.000 tonnellate annue. Con una spesa di L. 530.000 si poteva realizzare un impianto capace di produrre fino a 25.000 tonnellate annue.


Veduta aerea del 1927 della cementeria di Civitavecchia con i due forni rotanti.

I lavori di costruzione ebbero inizio il 1° agosto 1896. All'entrata in funzione, la cementeria era costituita da due forni verticali Aalborg e da un impianto di macinazione costituito da due mulini Krupp a palle e da un frantoio.

In breve il numero dei forni andò ad aumentare: nel 1911 se ne potevano contare sedici. Al tipo Aalborg si affiancarono quelli Schneider. Quest'ultimo è un forno simile a primo, ma perfezionato. Parte degli Aalborg più vecchi e usurati vennero trasformati sul posto in Schneider, altri costruiti completamente nuovi.

Inizialmente la cementeria di Civitavecchia sfruttò il giacimento rinvenuto all'interno dell'area della fabbrica e delle piccole cave aperte in località Polveriera e Prato delle Due Torrette. Una volta esauriti questi, vennero scoperti dei giacimenti di discreta entità lungo il fosso della Fiumaretta. Il trasporto del materiale era effettuato mediante una ferrovia a scartamento ridotto. I vagoncini erano trainati da una locomotiva a vapore, sostituita negli anni '30 da una motrice diesel.


Il forno rotante Schmidth installato a Civitavecchia nel 1911.

Nel 1911, su consiglio dell'Ing. Carlo Vigliani, la cementeria di Civitavecchia venne dotata anche di un forno orizzontale rotante della lunghezza di 46 metri fornito dalla Schmidt di Copenaghen: primo in Italia, sarà seguito dopo 6 anni da quello lungo 22 metri e impiantato a Venezia sempre in una cementeria della "Società Anonima Fabbrica Calce e Cementi" di Casale Monferrato.
Questo particolare tipo di forno, alimentato a polvere di carbone compressa condizionò il futuro della produzione di cemento non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Con questo nuovo forno, si aprì una nuova cava di calcare in località Pisciarelli sempre nella zona della Fiumaretta. Durante le opere di scavo, effettuate con il lavoro di forzati del Bagno Penale, venne scoperta una necropoli etrusca.

Nel 1912 la fabbrica venne semidistrutta da un furioso incendio. Il forno rotante non venne danneggiato.

Questo gran numero di forni modernissimi indica quale successo e sviluppo acquisì in pochi anni questa fabbrica; al contrario la cementeria di Venezia non ebbe lo stesso successo: negli anni a seguire risentì parecchio gli effetti della guerra: restrizioni dei traffici via mare di materia prima e lavorata e anche il divieto da parte delle autorità militari di far funzionare gli impianti nelle ore notturne, la portarono ad essere definita uno "stabilimento ausiliario".
Nel 1917 con l'invasione del Veneto, la "Società Anonima Fabbrica Calce e Cementi" diede incarico ad un suo Ingegnere, Carlo Vigliani, di smontare i forni e metterli in salvo in posti sicuri. Il primo di questi venne trasportato ed impiantato nella fabbrica di Civitavecchia.


La cementeria di Civitavecchia con i suoi 14 forni verticali nel 1908.

Nel 1918, dalla fusione della "Società Anonima Calce e Cementi" di Casale e la "Società Italiana dei Cementi e delle Calci Idrauliche" di Bergamo, si costituisce la "Società Anonima Italiana Fabbriche Riunite Cementi e Calce" che in seguito diventerà "Italcementi".

Negli anni '20 venne individuato in località Sassicari, oggi monte Ferrara, un giacimento di calcare di notevole potenza che andrà a servire la fabbrica per molti anni a venire. Grazie alla pendenza favorevole, il materiale poteva giungere alla fabbrica mediante una teleferica sorretta da pali in legno.
Il materiale giunto in fabbrica sia con la teleferica che con la ferrovia, veniva caricato a mano nelle tramogge dei mulini. La pietra macinata poi veniva inviata al processo di cottura. Il materiale ottenuto, il Clinker, era costituito da palline irregolari del diametro di 2 o 3 centimetri, da cui una volta macinato, si poteva ottenere il cemento in polvere.


La cementeria di Civitavecchia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la produzione si arrestò a causa dei bombardamenti aerei subiti da Civitavecchia. Nel 1944, con l'arrivo degli alleati, gli operai tornati alla fabbrica, si prodigarono in un intenso lavoro per la riattivazione della produzione: già dopo poco più di un mese, il cementificio di Civitavecchia era nuovamente in funzione.


  Testo e HTML Project
    
Stefano Foschi, Luglio 2002

  Bibliografia
   
Camillo Fumagalli - La Italcementi, origine e vicende storiche, 1964
    autori vari - Immagini di Civitavecchia, 1990

  Fotografie d'epoca
   
collezione Angelo Cannatà
    archivio Umberto Mazzoldi


 

Al fine di evitare spiacevoli inconvenienti di natura giuridica, si rende noto che senza autorizzazione scritta, i testi e le immagini contenute in questo sito possono essere acquisite ed utilizzate al solo scopo di collezione personale e ne viene vietato qualsiasi altro uso, compresa la loro pubblicazione su altri siti Internet. Per Internet è consentito, in modo libero, senza bisogno di autorizzazioni, il solo collegamento URL o link HTTP verso le pagine di ARCHEOIND Archeologia Industriale nell'alto Lazio.

Le informazioni (testi ed immagini) qui riportate potranno essere utilizzate anche per scopi tecnici e scientifici, didattici, universitari ed editoriali, solo dopo autorizzazione scritta degli autori dei testi e proprietari delle immagini, i quali dovranno necessariamente comparire almeno nelle note bibliografiche del progetto che si vuole realizzare.

In caso di inosservanza di quanto sopra esposto, gli autori o proprietari dei testi e delle immagini ricorreranno alle vie legali per la violazione del diritto d'autore sia in sede civile che in sede penale.

 

ARCHEOIND Archeologia Industriale nell'Alto Lazio