I canali di Tarquinia
Si tratta di un'imponente opera realizzata nella seconda
metà degli anni 50 nel territorio di Tarquinia da parte del Consorzio di
Bonifica della Maremma Etrusca. La zona interessata è delimitata ad est dalla Statale Aurelia,
ad ovest dalla fascia litoranea sul mar Tirreno, a sud dal fiume Mignone e a
nord dalla fiume Marta.
Un sistema costituito da una fitta rete di canali realizzati in
cemento armato, della lunghezza complessiva di oltre 55 Km, che insieme a
condotte forzate, dighe e bacini, permetteva di far giungere in questa zona l'acqua necessaria all'irrigazione dei campi.
I canali, autoportanti a sezione policentrica, realizzati
negli stabilimenti romani della Vianini, vennero impiantati dalla ditta De Cesaris
di Tarquinia. Essendo aperti nella parte alta era possibile realizzare dei punti
presa (con l'utilizzo di pompe o tubi a caduta) ovunque senza limitazione di
posizione e numero: ogni utente si occupava in proprio come prelevare l'acqua dalla canalizzazione.
L'acqua immessa proveniva dal Fiume Marta, che mediante uno
sbarramento, veniva immessa in una condotta forzata del diametro di 2 metri che
viaggiava prevalentemente interrata verso 3 bacini artificiali di accumolo. Per
raggiungere i 3 bacini l'acqua veniva pompata mediante l'uso di motori
elettrici. E' questo il solo uso della forza motrice elettrica di tutto il
sistema: dai bacini situati a monte delle zone da servire, l'acqua, una volta
liberata, viaggiava a caduta verso i campi, prima in canali di trasporto
(dorsali) e poi mediante canali più piccoli (canalette) servivano capillarmente
le coltivazioni. I canali infatti vennero costruiti con un'eccezionale
precisione sia per le tratte perfettamente rettiline sia per la pendenza
costante: 1 centimetro di dislivello su ogni tratto di 5 metri.
Lungo le varie
tratte è possibile vedere le soluzioni sia per sorreggere i canali sui terreni
in depressione, che per far viaggiare i canali in terreni sopralevati. Le tratte di tutti i canali viaggiavano sempre parallele a
confini, campi e strate che in questa zona sotto in prevalenza rettilinee. Molto
interessate l'impiego di pozzetti e canalizzazioni sotterranee per gli
attraversamenti stradali. Oggi i canali di
Tarquinia sono in fase di dismissione per essere sostituiti da condotte
interrate per servire il territorio ancora coltivato e non urbanizzato, sempre
utilizzando l'acqua dei tre bacini di raccolta. La rete realizzata alla fine
degli anni 50 dimostra tutta l'età con segni di degrado e tratte ormai
interrotte a causa di crolli e interruzioni per mano dell'uomo.
Una parte della rete, quella compresa tra la ferrovia Roma
- Pisa e la strada litoranea è ancora funzionante anche se sono tante le perdite
di acqua presenti un po ovunque, perdite stimate nel 50% dell'acqua immessa alla
partenza.
Testo e HTML Stefano Foschi, Gennaio 2005,
aggornamento Febbraio 2017
Fotografie Gigi Seghenzi
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