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Tu che visiti il Parco di Naquane hai sensibilità meritevole di godere un'altra bellezza camuna

 

 

 

IL BORGO ALPESTRE DI

PESCARZO

frazione di Capo Di Ponte

 

 

Fotografie di Alberto Galbiati

 

 

 

 

 

 

 

 
 

Pescarzo sorge su un terrazzo glaciale del versante destro della Media Valcamonica, a un'altitudine di circa 600 metri. Dominato dalla dolomitica mole della Concarena, sovrasta gli abitati di Cemmo e Capo Di Ponte, del cui comune amministrativo è frazione.

 

 

 

 
 

 1   Vi si accede in automobile da una relativamente comoda strada asfaltata (ricca di tornanti e in imminente corso di allargamento) che collega il borgo a quello della sottostante Cemmo. L'albergo Bottanelli (a destra nell'immagine) sembra dare il benvenuto a chi giunge in visita.

 

 

 2   Il piccolo borgo si adagia sul dolce pendio limitato a Sud dal Torrente Clegna. Il campanile della "nuova" parrocciale vigila solerte sull'abitato, dove tutto, salvo alcune storpiature di una modernità male interpretata, rimanda alle fiabe dell'infanzia di ciascuno di noi.

 

 

 
 

 3   Il carattere tradizionale della comunità si dichiara subito nelle cromatiche sfilate di pannocchie e di fiori, espressioni di un amore per la Terra che neppure l'Età del motore qui è riuscita a mettere in ginocchio.

 

 

 

 4   Il borgo ha origini antichissime, come l'Archeologia ci dimostra. Il luogo era abitato dai Camuni preistorici come documentano la "Casa Camuna" del I-II secolo a.C. e le incisioni rupestri sparse nel territorio. Il tessuto urbanistico attuale si richiama al più recente al Cinque-Seicento.

 

 

 
 

 

 

 5   Le contrade strette, il saliscendi del suolo un tempo selciato, ombre ed esplosioni di luce, edifici quasi esclusivamente in pietra e legno caratterizzano l'abitato, austero nella sua essenzialità montanara, ma ingentilito da gaie macchie di fiori accuditi come figlioli.

 

 

 

 
 

 

 

 6   Le necessità quotidiane, la disponibilità di materiali poveri, l'ingegno, lo spirito di sacrificio e di adattamento sono l'anima del borgo, dove tutto è costruito con la pietra delle montagne e il legno dei castagneti. Qui la povertà fu dignitosa, la durezza del lavoro si è sublimata nella passione per il dovere, la lontananza dal progresso si è tradotta in una solidarietà che ancor oggi vivifica le associazioni locali.

 

 

 

 
   

 7   Quante parole, dolori, gioie, ansie hanno ascoltato le fontane, quando l'acqua non "era ancora entrata" nelle case? Le donne del borgo, i secchi al gomito o sul bilanciere, in questo luogo hanno praticato una sorta di quotidiano rito dell'acqua e della socialità.

 

 

   
 

 

 

 8   Il rispetto per la religiosità del tempo passato si manifesta oggi con il ripristino dei molti altarini e cappellette,  disseminati nel borgo e nella campagna grazie all'arte di Lino Rizza, pittore di grande sensibilità, nelle cui opere si respira l'aria dei monti. Nella Piazzetta del borgo, la piccola Chiesa di San Rocco ricorda l'antica funzione di parrocchiale.

 

 

 
                             

 9   Nel borgo le contrade si allacciano le une alle altre passando sotto le case, queste ultime sostenute da archi e volte che ne costituiscono elemento strutturale costante.

 

 

 
                 

 10   Non si può non respirare aria d'altro tempo nelle contrade anguste, salienti, cariche di vita antica.

 

 

 
                   

 11   Tutto il borgo trasuda un vissuto autentico, fatto di lavoro e di semplicità. Ancor oggi ritrovarsi a conversare fra un'agugliata e l'altra è quotidiano: per vivere, senza sprecare il tempo.

 

 

 
                   

 12   Dal versante dirimpettaio della Valle, il Pizzo Badile Camuno sorveglia ogni attimo di vita del piccolo borgo.

 

 

 
 

 

 13   Dopo secoli di dignitosa povertà, una recente ricchezza ha emancipato gli abitanti del borgo, che hanno posto mano al suo recupero urbanistico. Dopo il periodo di discutibili interventi, che hanno purtroppo lasciato segni alcuni decenni fa, oggi si assiste a recuperi mirati e congrui, che, con tecnologia moderna, esaltano le soluzioni ingegnose della gente del passato.

 

 

 
   

     

 14  Ogni anno, d'un tratto, il minuscolo borgo, come per magia, cambia aspetto, grazie alla straordinaria manifestazione estiva che lo interessa. Per una settimana le viuzze e gli androni oscuri diventano teatro di arte e artigianato di livello portato da espositori di molte regioni italiane e, talvolta, del mondo.

E allora, le contrade silenziose si animano, gli angoli oscuri si illuminano, le antiche stalle e i desueti fienili diventano templi di opere pregevolissime nella pacifica invasione dei curiosi, dei turisti, dei cultori.

 

 
       
   

 

 

 
                   
                   
 15   Il valore riconosciuto del passato, una sensibilità maggiormente diffusa negli abitanti e il loro amore vivissimo per la propia Terra non possono che assicurare al borgo alpestre di Pescarzo un futuro di bellezza, in cui la Pietra, il Legno e il Ferro sono già tornati a cantare.

               
 
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