- Al Preside
del
LICEO ARTISTICO
di NAPOLI
- Ai colleghi docenti ed al
personale
oggetto : comunicazioni informative inerenti la
gravità della inoperosità delle ascensori all’interno dell’edificio scolastico.
Dopo 5 anni di inattività dell’ascensore, ormai che sembrava servisse
soltanto la firma del contratto di manutenzione, dopo aver assistito a numerosi
Consigli di Istituto andati deserti per motivi tutti da verificare, finalmente
all’ultimo Consiglio si discute del
contratto ascensore. Ma non si approva
la spesa ( l’irrisoria cifra di 3.000.000 ) per il contratto di manutenzione
delle ascensori - ultimo scoglio all’uso degli stessi - soltanto per un falso
risparmio, in vista di una ipotetica variazione negli assetti provinciali o
altro. In sostanza quel Consiglio di Istituto ritiene che la salute e la reale
utilizzazione della scuola, il suo corretto funzionamento non valgano quei
miserabili tre milioni.
La gravità della cosa non è nemmeno percepita lontanamente da quel
Consiglio - e questo era già chiaro dalle numerose diserzioni dei suoi membri,
i quali evidentemente desiderano vedere sprofondare sempre più in basso il
Liceo - ma cosa più grave non è avvertita dal Preside a tal punto che non
ritiene di dover discutere della cosa nel Collegio dei docenti del 21 u.s. -
convocato soltanto pochi giorni dopo il famigerato rifiuto del C.d’I. - non
avendo messo neanche all’ordine del giorno l’argomento “ASCENSORI”. E’ scandaloso !
Ma, pur se pensavo si fosse toccato il fondo, dovevo accorgermi il
venerdì 21 al Collegio, che ancora tanto altro lo ricopriva, in quanto dovevo
ascoltare dal Preside la classica bugia del papà che non vuole comprare il
motorino ai bambini: -“Non ci sono i tre milioni”.
Non è possibile, è inconcepibile che il più grande Liceo Artistico del
Meridione, l’unico di Napoli e provincia con sedi staccate, con 180 docenti,
personale, più di mille studenti, non possiede neppure 3 miserabili milioni. Questo significherebbe lo sfascio totale,
l’impossibilità a gestire una scuola, un rischio serio al proseguimento della
didattica. Ma non è così ! In verità si vuole risparmiare
sulla salute e sulla didattica.
Perché accampare scuse DOPO 5 ANNI
per non adempiere all’ultimo atto capace di restituire l’uso delle ascensori,
di primaria necessità in un edificio come il nostro di sei livelli pari in
realtà a dieci piani per numero di rampe e dislivelli, praticamente con gli
ultimi piani isolati , senza alcun mezzo di comunicazione col cuore
dell’edificio e con le sue innumerevoli parti funzionali, che dovrebbero tutte
essere usate, anche dai reietti del 5° e 6° piano, è scandaloso ed inaccettabile.
Già il collega Samaritani
- uno dei reietti del 6° piano (decimo reale) - ha pagato con l’infarto
la sciagurata incapacità da parte Loro a risolvere il problema ascensori, e
così il suo cuore, per altro prima perfetto, è ormai lesionato (mi auguro in
maniera lieve) irreversibilmente, per
pagare il tributo alla incapacità ed a tutte le stupidità.
Signor Preside io la invito
a voler seriamente prendere provvedimenti anche eccezionali e personali, ma
decisivi ed incisivi per provvedere ad horas a risolvere il “problema
ascensori” e finalmente metterle in funzione.
Non è più il tempo delle parole, delle bugie, della burocrazia, è il
tempo dell’azione, perché una scuola come la nostra non può funzionare
seriamente senza il collegamento verticale delle ascensori.
A mio avviso
la scuola è “INAGIBILE”, e non sto qui a spiegare
le infinite ragioni per le quali è indispensabile al funzionamento di una
scuola l’ascensore, pur se immagino che lei ed il Consiglio di Istituto possano
non ricordarsene alcuna.
Voglio soltanto informare sulla LEGGE n°412 del 5/8/75 e sull’ART.27
della n°118/77 e sul DPR n°384 del 27/4/78.
La Legge 412/75 inerente le norme sull’edilizia scolastica, al
paragrafo 3.0.3. recita :
“si stabilisce quanto segue:
l’edificio qualunque sia l’età degli alunni ed il programma didattico, deve
essere concepito come un organismo architettonico omogeneo e non come una
semplice addizione di piani, contribuendo così allo sviluppo della sensibilità
dell’allievo e diventando esso stesso strumento di comunicazione e quindi di
conoscenza per chi lo usa.”
E mi dica come è possibile pensarlo unico il nostro
edificio con la insormontabile barriera costituita dalla mancanza reale di
collegamento verticale reso possibile soltanto dalle ascensori, capaci in parte
di superare la semplice “addizione di piani”. Se Lei pensa che con le scale è
assicurata la omogeneità dell’organismo
sbaglia, perché dopo aver fatto due volte dieci piani reali di scale Le
assicuro che soltanto degli eroi o degli “sportivi della domenica” le rifaranno
per recarsi con gli allievi in biblioteca, al bar, in segreteria, in sala
proiezioni, in laboratori etc. : cioè la didattica sarà soltanto quella antica
e certamente non interattiva, né tanto meno capace “di sviluppare la sensibilità dell’allievo” come previsto dalla
legge. In pratica nemmeno un controllo reale di ciò che accade agli ultimi
piani è possibile in tempo reale: lassù si è fuori dalla scuola! Le
disfunzioni sono assicurate. Proprio tutte da quelle interne alla didattica
a quelle necessarie al suo svolgimento, e non mi dilungherò certo a ricordarle
qui in quanto veramente infinite.
Ancora la Legge 412/75 al paragrafo 3.0.4 recita :
“L’edificio deve essere .. tale che gli
allievi possano agevolmente usufruire, attraverso gli spazi per la
distribuzione verticale ed orizzontale, di tutti gli ambienti della scuola”
E non mi si dica che i
corridoi e le scale ci sono e tanto basta per il rispetto di questo articolo di
legge !
Per poter usufruire AGEVOLMENTE di tutti gli ambienti della
scuola, questa non dovrebbe superare i tre piani: tanto è che allo stesso
paragrafo al comma iii) il legislatore
ordina:
“Che le
attività si svolgano per la scuola superiore su - massimo - tre piani” e qualora l’ente obbligato, previo parere del Provveditore agli studi,
sentito il consiglio di distretto su più piani.”
E questo comunque sempre nel rispetto del comma 3.0.6.della
stessa legge che recita:
“L’edificio
scolastico deve assicurare una sua utilizzazione anche da parte degli alunni in
stato di minorazione fisica. A tale scopo saranno da osservarsi le norme
emanate dal servizio tecnico centrale del Ministero dei LL.PP, contenute nella
circolare n°4809 del 9/6/68....”
Oggi tali norme sono ancora più severe in riferimento alla legge 118
del 77 sull’abbattimento obbligatorio delle barriere architettoniche.
Ma , “dulcis in fundo”, per chi non l’avesse ancora capito che un
edificio scolastico come il nostro E’
ILLEGALE ed INAGIBILE senza ascensori , la stessa legge del 1975 - si badi
bene l’anno che è pure precedente alla istituzione del nostro edificio - al
paragrafo 3.8.2 recita testualmente:
“LE SCUOLE CON PIU’ DI UN PIANO DEVONO ESSERE MUNITE DI ASCENSORE.”
Mi auguro che il legislatore non si riferisse al puro “esserci”
dell’ascensore, ma voglia considerare l’essere munite di ascensore MARCIANTE .
Ma la storia non è finita ancora.
Io ho fatto richiamo spesso, anche nel mio accalorato intervento in
collegio, alla INAGIBILITA’ della scuola senza ascensore, tanto da invitarla a
sospendere ufficialmente le attività didattiche.
Ed è proprio così legge alla mano.
La stessa legge del 75 al capitolo 5 relativo alle condizioni di
Abitabilità al paragrafo 5.0.1 recita:
“Ogni edificio scolastico nel suo complesso ed in ogni suo spazio,
deve essere tale da offrire a coloro che lo occupano condizioni di abitabilità
soddisfacenti per tutto il periodo di durata ed uso.”
Pertanto le condizioni di abitabilità di cui al paragrafo successivo
5.0.2 richiamano espressamente al comma V l’obbligo a verificare:
“le condizioni d’uso dei mezzi elementari o complessi necessari a
stabilire i livelli delle esigenze espresse nei punti precedenti.”
In pratica la legge dice che condizione di
ABITABILITA’ è la verifica dell’esistenza e del funzionamento di quanto
prescritto negli articoli precedenti, che significa : mancanza dell’ascensore
prescritta dai tanti articoli della legge e qui su richiamati, equivale a
mancanza delle condizioni di abitabilità.
A conclusione di queste note informative devo però precisare, che a me
dispiace dover richiamare leggi, codici e codicilli per sostenere una causa che
la morale e l’intelligenza da sole dovevano sostenere con maggior forza.
E’ veramente angosciante aver
assistito a cinque anni di incapacità, e vederne quasi la conclusione nel
verdetto cieco, meschino, e preoccupante del Consiglio di Istituto - che ha
messo l’ulteriore bastone fra le ruote - e del Preside che non ha fatto nulla e
nulla propone di fare se non attendere, attendere. Ma cosa altri infarti,
denunzie penali e civili?
Napoli, 22 NOV 97
(
Arch. Ermanno Corsaro )