GAME OVER
Domenica tardo
pomeriggio, sulla terrazza del ristorante al primo piano lancio uno
sguardo sui 4 campi del mondiale polacco. L'acqua ferma accarezzata dal
sole calante sembra finalmente riposarsi dopo essere stata solcata delle
canoe di tutto il mondo, tagliata dalle pagaie dei migliori giocatori,
ed avere accolto tributi, gioie e tristezze di vincitori e vinti.
Prima del bilancio
finale non riesco ancora a capire se sono triste per la fine dei giochi
o se tirare un sospiro di sollievo dopo tanto impegno e fatica. Solo
pochi secondi, e la tristezza prende il sopravvento.
Passiamo al bilancio
che è meglio!
Ho arbitrato la
finale dei Mondiali, non mi era mai capitato di farlo con la Senior
Maschile; il mio secondo era Carly Baker, lo stesso arbitro della mia
prima finale da allenatore, Adelaide 1996, un mito nel mondo arbitrale.
Prima della partita
ero estremamente concentrato, mi ripassavo velocemente i falli visti e
fischiati nei giorni precedenti e soprattutto le indecisioni dei giorni
precedenti che avevo elaborato da solo o in compagnia dei colleghi.
Comincia col lancio
della palla, voglio farlo a centrocampo (e non a 5 metri dalla linea) e
deve essere perfetto anche perchè so bene cosa penserebbero i giocatori
(“..che c...ne!”) e gli spettatori (“che c...ne!); è quello il mio primo
termometro per capire se mente e corpo sono concentrate all'unisono.
Lancio perfetto, bene! Dopo pochi minuti Carly fischia un fallo ai 10
metri dalla porta, illegal holding: non ho la minima idea di quello che
ha visto perchè ero attento agli atleti sottoporta e questo mi fa inc....re!
Non posso permettermi di perdere l'insieme delle cose, anche se devo
essere massimamente concentrato nella mia parte, sotto porta, non posso
non capire cosa succede a centrocampo con un'attenzione periferica. Da
quel momento i sensi si espandono e mi sento presente in tutti i momenti
della partita.
La partita di per sé
non è stata difficile da gestire, penso che al massimo abbiamo fischiato
5 o 6 falli oltre gli ordinari falli laterali e di fondo campo. I
giocatori sono stati correttissimi nonostante l'estrema intensità del
loro impegno. A fine gara il capitano tedesco mi ha detto che sapevano
benissimo che Carly ed io eravamo pronti e si erano ripromessi prima e
durante la partita di non sfidarci. Alla fine della partita rimane un
po' di sorpresa per la facilità con cui si è gestita.
Ben altra musica
nella semifinale Germania-Australi, affidata a Maurizio Pelli. Come ogni
semifinale che si rispetti qui i limite vengono abbondantemente superati
e l'arbitro deve avere una marcia in più, per sancire i falli,
soprattutto per prevenirli e permettere alle squadre di esprimere al
meglio le loro potenzialità. Pelli è stato veramente superlativo
toccando forse l'apice della propria carriera. Certo, alcune situazioni
faranno la casistica da domani, avendo già creato polemica con
l'allenatore australiano che da domani rimetterà le vesti di
responsabile mondiale degli arbitri di canoa polo abbandonate per una
settimana per diventare allenatore dell'Australia, ma la gestione è
stata ottimale ed ha vinto la squadra che meritava di più.
Zannoni ha invece
gestito ben 2 “big match”: Sabato la finale degli Under 21 Maschile,
sicuramente la secondo partita più difficile da gestire per la posta in
palio dopo la finale Senior Maschile. In questo caso la partita,
Francia-Gran Bretagna, che prima dei Mondiali poteva sembrare una
formalità si è trasformata un una lotta senza quartiere, tutti i
giocatori, allenatori, tifosi di entrambe le squadre sono stati chiamati
in causa a sostenere i propri ragazzi e solo in ultimo la Francia ha
avuto la meglio. Dal punto di vista tecnico cambia veramente poco con la
finale Senior: gli atleti sono tutti canoisti superbi, padroni delle
tecniche più sofisticate. Anche le tattiche insegnate dagli allenatori
sono di massimo livello, le stesse usate dalle rispettive squadre.
Domenica invece
altra “partitella” niente male, la finale 3/4 posto tra le deluse
Francia e Australia, desiderose di salire sul podio a spese
dell'avversario. Non sono mancate in questo incontro delle fasi calde,
ed il nostro Gianluca ha dovuto gestire anche un brutto fallo di un
atleta francese sancito con un cartellino rosso così evidente che gli
allenatori francesi, focosi come devono essere i latini, non hanno
potuto replicare alcunchè. A dire il vero Zannoni ha dovuto gestire
anche un secondo arbitro che ha affrontato la partita con fare piuttosto
gagliardo, evidentemente desideroso di mettersi in mostra, rigorosissimo
nell'applicare le regole con mitragliate di cartellini verdi, ma
dimentico che una finale deve essere anche gestita psicologicamente per
mettere i giocatori nelle migliori condizioni, lasciando a loro il ruolo
di protagonista.
Ma lascio ai
colleghi raccontare eventualmente personalmente le proprie esperienze.
Il torneo, come le
finali di Siracusa, è stato preceduto da una precisa indicazione agli
arbitri contenuta in un documento poi presentato anche ai Team Leaders.
Ovviamente ha fatto discutere prima, durante e dopo le partite, perchè
l'omogeneità dei giudizi è impossibile, affidata come è a uomini
fallibili, con diverse conoscenze tecniche e diverse personalità.
L'impressione
generale è che comunque l'operato medio degli arbitri sia stato più
positivo che negativo, anche se ovviamente molto c'è da migliorare.
Per gli arbitri ICF
nel prossimo periodo ci si aspetta un certo ricambio generazionale.
Troppi arbitri classificati A sono mancati ai vari tornei ICF e ne hanno
pagato le conseguenze ai Mondiali con arbitraggi al di sotto delle
aspettative.
Purtroppo non sono
ancora pronte le riserve, per numero e qualità, ma le aspettative della
Commissione Polo sono quelle di aprire le porte ai più meritevoli.
A cominciare forse
dagli 8 o 10 che saranno convocati per Cali nel 2013.
Andrea Donzelli
|