CAMPIONATO EUROPEO CANOA SPRINT - ZAGABRIA  - 22/24 giugno 2012

 

Snoopy inizia, in buona parte delle sue strisce, scrivendo “…Era una notte buia e tempestosa…”.

Mi piacerebbe iniziare così ma nella realtà, Mercoledì 20 giugno, era una giornata tanto caldissima assai, ma era anche il giorno in cui ho ricominciato l’avventura internazionale nella canoa olimpica, o velocità, o acqua piatta, o sprint. Con tutti i cambi di denominazione della specialità mi sono un po’ perso, ma ci siamo capiti.

 

Il viaggio verso Zagabria è andato bene. Ultimo pasto decente prima di uscire dall’Italia, nella zona di Venezia. Dopo l’attraversamento della Slovenia arrivo a Zagabria dove se, possibile, faceva più caldo che in Italia. Durante l’accredito mi hanno detto che il giorno precedente la temperatura era di 39°.

 

Alla sera in albergo rivedo vecchie conoscenza come il romeno Gheorghe Toth, i portoghesi Hugo Gomes a Ana Viera, conosciuti nella maratona, e la ceca Hana Koblicova.

 

Quando siamo andati a cena sono arrivate le sorprese, dopo la zuppa al pomodoro ho trovato un arrosto con contorno di gnocchi. In fin dei conti sono patate!

 

Ma il bello c’è stato il giorno successivo a colazione, dove mi è tornato in mente Nicola Bevilacqua nella trasferta del 2006 a Szeged, perché non c’era un dolce neanche a morire. Affettati di tutti i tipi, formaggio, bacon e uova strapazzate.

 

Giovedì 21 comicia ufficialmente l’avventura europea, con l’incontro con gli altri arbitri ed Elly Muller Chief Official. All’incontro tecnico assiste anche Miroslav Haviar, in rappresentanza dell’E.C.A..

 

Nell’incontro sono state ricordate le cosiddette “solite cose”. Il corretto numero di corsia sulle barche, tolleranza minima quando la barca si spostava dal centro della corsia e uniformità delle divise degli equipaggi multipli, con tolleranza per i copripozzetti perché, visto il caldo, non tutti lo utilizzavano.

 

C’è stata la dovuta attenzione ad argomenti noti ma che rappresentano sempre una piccola trappola.

 

Dopo questo momento, c’è stata la ricreazione.

 

 

Alla riunione hanno partecipato anche due colleghe neozelandesi, Alison Harris e Debora Marras.

Quest’ultima era già stata incontrata da Sante a Belgrado lo scorso anno. Oltre che simpaticissima, anche perché parla in italiano con leggerissimo accento sardo, Debora è un autentico boss della canoa.

In Nuova Zelanda ricopre l’incarico di coordinatore per lo sviluppo dello sport della canoa. Infatti da Zagabria seguiva i vari gruppi di atleti neozelandesi sparsi per l’Europa

 

Finito l’incontro siamo rientrati in albergo per poi tornare sul campo di gara dove, ognuno, ha seguito il proprio capo settore per analizzare il da farsi dal giorno dopo.

 

Il campo di gara di Jarun, al cui interno c’è un centro ricreativo e sportivo, è stato costruito, su un ramo della Sava il fiume di Zagabria, in occasione delle Universiadi del 1987, per ospitare le gare di canottaggio e canoa.

 

Il lago è diviso in due parti, una dedicata alle gare e una per il relax dei zagabresi (si dice così?).

 

La parte delle gare è simile al campo di Poznan, in Polonia, ma non ha i numeri cubitali che numerano le corsie.

 

 

Al termine della cerimonia di apertura c’è stato un buffet dove, grazie alle mie sobrie scarpette, ho avuto il piacere di conoscere l’Ambasciatrice d’Italia a Zagabria, S.E. D.ssa Emanuela D’Alessandro.

 

La nostra rappresentante in Croazia è una “cugina”. Infatti pratica da tempo il canottaggio e ha partecipato al Silver Skiff, gara, con presenze Internazionali prestigiosissime, organizzata dalla Reale Società Canottieri Cerea di Torino.

 

 

Fine del buffet e tutti a nanna.

 

Venerdì 22 ore 08.30. Comincia agonisticamente il Campionato Europeo al quale partecipano 35 paesi e, 10 di questi sono anche iscritti al Campionato Europeo di Paracanoa.

 

Alle 7.15 siamo sul campo gara per riverificare quanto già testato il giorno precedente.

 

In questo modo scopro che il mio catamarano, in uno scafo, imbarca acqua. Tempo 5 minuti ed arriva l’imbarcazione di riserva. La giornata è decisamente più fresca, ma in acqua ci sono un sacco di alghe.

 

Saranno un autentico fastidio per gli atleti che si avvicinavano alle varie imbarcazioni in acqua per farsi pulire il timone.

Per tutta la durata dei Campionati ho svolto il ruolo di arbitro di percorso in coppia con il romeno Gheorghe Toth.

 

Per gli arbitri di percorso era stato fatto un programma che prevedeva, dall’inizio alla fine della manifestazione, quali gare ognuno di noi avrebbe seguito.

 

La giornata, la prima dei campionati, completamente dedicata alle batterie ed alle semifinali dei 500 e dei 1.000 è anche la più lunga. 

 

Le pause, oltre quella prevista per il pranzo, erano di circa 15 / 20 minuti sia per i cambi tra i 500 ed i 1.000 e viceversa, sia per le composizioni delle fasi successive. Al termine della giornata (18.45) siamo andati in albergo, doccia, cena (senza gnocchi) e giro di Zagabria by night.

 

Abbiamo iniziato con la Cattedrale, poi l’icona di Santa Maria, risparmiata da un incendio nella prima metà del XVIII secolo, il Parlamento ed abbiamo finito in un locale all’aperto, dove abbiamo bevuto l’immancabile birra.

 

 

Sabato 23. Seconda giornata dei campionati sicuramente più leggera. Siamo sul campo gara alla 9.00 per prendere possesso delle nostre posizioni e per analizzare la giornata precedente.

 

Mi è stato fatto notare che avevo messo le bandiere bianca e rossa nell’apposito porta bandiere e, quindi, sporgendo dalla linea del motoscafo potevano creare un fraintendimento sulla regolarità della gara in chi osservava la stessa.

 

Poi mi è stato ricordato che, anche se in ritardo, non era possibile risalire il campo in senso inverso, ma dovevo fare il giro dietro le tribune. Infatti per consegnare un rapporto di percorso per una squalifica mi ero attardato al pontone.

 

Come ho pensato di risalire al lato del campo gara sono stato pizzicato e redarguito.

 

La mattinata tra finali e cerimonie di premiazione è andata via veloce.

 

Nel pomeriggio batterie e semifinali dei 200 e finali della paracanoa.

 

La posizione è quella classica, due dietro la linea di partenza in acqua 3 e 7, due dietro la linea di arrivo in acqua 2 o 4 e 6 o 8.

Non ci sono stati problemi se non delle squalifiche perché gli equipaggi si spostavano dal centro corsia.

Unica nota negativa, ho battuto una ginocchiata impressionante sul bordo del motoscafo.

 

Nella serata c’è stato un barbecue offerto in occasione del compleanno della Federazione Croata al quale ho partecipato insieme al Presidente Buonfiglio. Eravamo gli unici con la giacca, prontamente tolta, e ci hanno detto che rappresentavamo come si deve l’italian style.

Domenica 24 - Ultima giornata dei campionati.

Sono sempre arbitro di percorso e alle 11.00 finisco il mio compito e autorizzato da Elly Muller, Chief official, posso lasciare il campo gara.

 

Purtroppo non ho potuto vedere in azione durante la gara, ma l’ho vista durante i test pre gara, la vera novità di questi Campionati, ovvero il sistema di partenza per le gare di fondo.

 

Questi blocchi sono stati inventati da Pietro Lapertosa ed utilizzati per la prima volta ad una manifestazione continentale ed internazionale.

Gli ungheresi, che hanno dotato il campo dei sistemi di partenza per le gare di velocità, non hanno pensato alla soluzione per il fondo.

Sulla strada del ritorno, come sempre, ripenso un po’ a questi campionati e su cosa riportare a casa. Formalmente riporto a casa che abbiamo ancora qualcosa da aggiungere al nostro bagaglio tecnico ma non molto. Ho compilato un modulo di percorso che ha dato origine alla squalifica di un equipaggio, senza indicare la direzione che avevano tenuto le barche nelle corsie adiacenti. Mi è stato fatto notare e ho provveduto alla correzione. Umanamente ho riportato delle belle sensazioni perché i vari colleghi europei mi hanno chiesto dei vari colleghi italiani che hanno conosciuto nel tempo sui campi di gara. Il tono utilizzato per sapere come stavano i vari Carmen, Sandro, Santi e non ultimo Francesco non erano i soliti toni formali, ma erano quelli di chi ha piacere di avere notizie della persona conosciuta.

 

Anche al ritorno non era una notte buia e tempestosa, ma una giornata chiara e caldissima con il ginocchio sempre dolorante. L’ecografia fatta stabilito che nella botta ho riportato la lesione del tendine del quadricipite femorale. Zagabria mi rimarrà sempre nella mente e ….. nel ginocchio.

 

 Stefano Zsigmond