I
Campionati Europei di Slalom in programma dal 3 al 6
giugno a Cunovo, piccolo paese nei pressi della capitale
Bratislava, sono la mia prima esperienza all’estero come Giudice
Internazionale; è inutile dire quanto fossi “preoccupato”.
Dopo un di
nove ore in camper, fatto con il presidente del Comitato Regionale
Emilia-Romagna FICK Claudio Camporesi, che è anche membro
del direttivo ECA per lo slalom, arrivo a Bratislava in tempo
utile per la tradizionale sfilata che apre le importanti
manifestazioni Internazionali.
Nonostante la
pioggia ed il freddo il centro storico di questa bella città è
gremito di folla che saluta atleti e dirigenti delle nazioni
partecipanti ai Campionati Europei di slalom.
Giovedì 3:
alle 8 partecipo al primo Official meeting dove faccio la
conoscenza del Chief Official delle gare Milica ZEREROVA
della Repubblica Slovacca. Ci vengono spiegate alcune informazioni
su come assegnare le penalità e sulla loro trasmissione. Mi
vengono assegnate le porte 18-19-20. In seguito l’arrivo viene
spostato più a monte perché l’acqua comincia ad aumentare verso la
fine del percorso causa la grande piena del Danubio.
Mi trovo alla
porta 20 in risalita che è l’ultimo settore del percorso. In
questo settore, a volte, le paline vengono masse dall’acqua
sollevata dalle canoe che stanno per impegnare la porta.
Fortunatamente la mia postazione è situata quasi totalmente
“dentro” la porta e riesco a verificare, seppure con molta fatica,
le dinamiche delle penalità. La prima giornata di gare termina con
una riunione di tutti gli Official.
Venerdì 4:
dopo la solita riunione mattutina delle 8 si prende posizione nei
settori assegnati. Oggi mi toccano le porte 17 (in risalita),
18-19 in corrente, molto veloci. Continua a piovere e la gara è
accompagnata da un forte vento che “tortura” senza sosta le paline
delle porte facendole roteare e a volte alzandole quasi in
orizzontale rispetto alla superficie dell’acqua. Rilevo molte
penalità, soprattutto da parte dei primi concorrenti. Il livello
degli atleti è molto alto, affrontano le porte con molta
determinazione ma nonostante ciò alcuni commettono dei tocchi a
causa del vento (la palina viene spinta dal forte vento contro il
corpo o l’imbarcazione del concorrente). Comunque non ci sono
stati reclami e/o richieste di verifiche sulle penalità assegnate
nel mio settore.
Sabato 5:
il
maltempo non concede nessuna tregua. Il Danubio, causa anche la
chiusura di alcune dighe nella vicina Ungheria, che non possono
scaricare acqua per il pericolo di inondazioni, fa davvero paura
sia per la portata che per la velocità dell’acqua. Vengono indette
alcune riunioni con i team leaders e alla fine la “resa": il
Comitato Organizzatore decide di sospendere le gare in programma
per oggi. La piena fa si che il canale artificiale si riempia
dalla sua parte finale, quella più bassa, dove refluisce l’acqua
dal Danubio. Lo striscione d’arrivo è quasi sommerso dall’acqua e
le paline delle porte dell’ultimo settore sono immerse nell’acqua
oltre la metà della loro altezza; mai vista uno cosa del genere.
Domenica 6:
oggi il meeting Officials è anticipato alle 7: tutti puntuali e
consapevoli dei gravosi impegni che ci aspettano nell’ultima
giornata di questa tribolata edizione dei Campionati Europei. Mi
viene assegnato un settore di tre porte (14-15-16) situato proprio
sotto le tribune principali; non riesco a capire bene: sono più
emozionato o spaventato?
Nel frattempo
arrivano numerosi pullman di tifosi che cominciamo a prendere
posto sulle gradinate. Il percorso viene ispezionato di nuovo,
purtroppo non ci sono stati i miglioramenti attesi e sperati, così
come il giorno precedente il canale è “allagato”. E’ davvero
impressionante vedere un canale artificiale di slalom vuoto nella
sua parte iniziale e pieno d’acqua nella parte bassa. Si
susseguono nuove riunioni dei teams leader per monitorare la
situazione e soprattutto decidere cosa fare. Alle 9,30 gli
altoparlanti danno l’annuncio ufficiale: la gara è annullata.
Lo sconforto
pervade nell’animo di tutti noi, però vista la drammatica
situazione in cui versano i paesi attraversati dal Danubio la
decisione è più che logica. Ancora una volta la forza della natura
ha avuto il sopravvento sull’uomo.
Gianni Pidia - giugno 2010
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